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«Mentalità vincente, ma il cammino è ancora lungo»

L'allenatore della Lardini Filottrano, Massimo Bellano tocca i temi più caldi del momento. Dalla situazione in campionato alle prospettive della sua squadra. Alle più giovani: «Siate professioniste anche fuori dal campo»

Massimo Bellano, allenatore della Lardini Filottrano

FILOTTRANO – Prima in campionato al giro di boa e qualificata per le semifinali di coppa Italia. È un momento magico per la Lardini Filottrano. Il punto con il coach Massimo Bellano.

Mister, innanzitutto, come si trova a Filottrano e com’è il rapporto con la dirigenza?
«Al di là dell’inizio tribolato dovuto al terremoto e alle problematiche connesse, l’inserimento nel paese è stato abbastanza rapido e tranquillo. Anche con la società nessun problema: ci siamo trovati sin dall’estate sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo condiviso una serie di linee guida e quindi si è stabilita da subito una buona sinergia».

La Lardini è in testa alla classifica e in striscia positiva da ben 18 partite. Qual è il segreto di questo exploit?
«Mah, in realtà non credo ci sia un segreto particolare. Noi ci siamo messi a lavorare, a cercare di fare le cose perbene giorno dopo giorno. In questo modo si è creata una bella chimica, una forte intesa all’interno del gruppo che sommata a delle buone qualità individualità ci ha permesso di raggiungere la vetta».

Come si sta da prima della classe? Tranquilli o si soffre di vertigini?
«Siamo abbastanza tranquilli. Per il momento procediamo di partita in partita cercando di concentrarci sui singoli impegni che man mano dovremo affrontare, senza guardare la classifica. Dobbiamo creare entusiasmo da quello che sta succedendo evitando di pensare al primato. Diciamo che quello è soltanto la conseguenza del nostro lavoro e, come tale, deve rimanere un po’ sullo sfondo».

Quindi, ora come ora, proprio nessun pensiero alla serie A1?
«Sinceramente direi di no. In questo momento siamo ancora lontani dal bersaglio e c’è ancora molta strada da fare. Per ora sono soltanto questioni della società che da un punto di vista organizzativo deve essere sempre un passo avanti rispetto alle tematiche sportive. Per quello che riguarda la componente tecnica, invece, abbiamo molti esami da superare: siamo a dieci partite dalla fine della regoular season, con 30 punti in palio, quindi non è il caso di cullarsi sugli allori».

Ragionando in prospettiva, cosa vorrebbe dire per una società, e una cittadina come Filottrano, riuscire a centrare la massima serie?
«Ci dovremmo rendere conto da subito che cambierebbero molte cose. Al di là di mantenere la genuinità che questo ambiente porta avanti ormai da tanto tempo si dovrebbero comunque approntare costi molto elevati di organizzazione. Il salto è notevole…La differenza tra le due categorie è davvero tanta. Bisognerebbe fare un grande salto di qualità sotto tutti gli aspetti».

Con le dovute proporzioni possiamo paragonare la vostra favola a quella della piccola Casalmaggiore che dalla provincia è arrivata sul tetto d’Europa?
«Sotto tanti aspetti direi di sì. Innanzitutto la grandezza delle cittadine è più o meno la stessa e i percorsi sono simili: tutte e due le realtà arrivano dalle categorie regionali, hanno una storia agonistica alle spalle e un pubblico appassionato che le segue con dedizione e entusiasmo. È ovvio, comunque, che l’aspetto agonistico è importante ma, non bisogna sottovalutare anche la componente economica».

Se anche la Gazzetta dello sport ha deciso di dedicarvi uno speciale vuol dire che questa Lardini sta facendo qualcosa di grande.
«Si certamente. Il percorso che abbiamo fatto fino ad ora è un percorso sportivamente parlando molto importante. Peccato per noi che ancora non sia definitivo, ma al di la di questo è un risultato che ci inorgoglisce».

Oltre alle veterane, chi vede tra le giovani come futura campionessa?
«Qui a Filottrano ci sono tante ragazze che hanno delle potenzialità importanti poi in questi casi a fare la differenza è la capacità di essere sportivi e professionisti a 360°. Quindi ricopre un ruolo fondamentale anche la vita fuori dal campo: tutte le ragazze più giovani devono capire come ci si deve comportare e come si deve stare ad un certo livello. Chi avrà l’intelligenza di fare questo salto di qualità può arrivare a fare molto bene anche in A1. Al contrario coloro che non capiranno questa cosa saranno invece ridimensionate automaticamente dal campo».

Ragionando più sul breve periodo domenica arriva Mondovì…Che partita sarà?
«Contro Mondovì sarà una partita molto interessante perchè ci troveremo di fronte una squadra che ha cambiato tanto ed è più solida rispetto al passato. Giocheremo un match molto difficile, da prendere con le molle e che richiederà la massima concentrazione sotto tutti i punti di vista. Non aspettatevi una passeggiata perchè avremo a che fare con una partita molto impegnativa».

Infine, quali sono le prospettive per il resto della stagione?
«D’ora in poi ci aspettano dei mesi davvero molto impegnativi perchè si alza lo spessore degli interpreti e le squadre che andiamo ad affrontare sono le migliori del campionato. Questo ovviamente ci creerà delle grandi difficoltà, ma è proprio qui che poi si deve vedere lo spessore e la qualità della squadra che abbiamo».

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