Osimo

Loreto, siglato un patto per aiutare i più fragili

Tanti attori lavoreranno alla costruzione di una rete di protezione sociale integrata a favore delle persone e delle famiglie fragili che risiedono nella città mariana

Loreto
La basilica di Loreto (Foto di Laurentiu Adrian Cretu da Pixabay)

LORETO – È stato sottoscritto un importante accordo di collaborazione tra l’amministrazione comunale, la Prelatura della Santa Casa di Loreto, la Fondazione Carilo e la Fondazione Opere laiche, oltre alle principali associazioni cittadine di volontariato. «Insieme, lavoreremo alla costruzione di una rete di protezione sociale integrata a favore delle persone e delle famiglie fragili che risiedono a Loreto – spiega il sindaco Moreno Pieroni -. È un progetto ambizioso e necessario, sul quale come amministrazione lavoravamo da tempo, in particolare con l’assessore ai servizi Sociali Nazzareno Pighetti. La nostra città, a differenza di altre, può contare sulla presenza di realtà importanti, da sempre attente ai bisogni del territorio. Questo accordo ha il grande merito di aver fatto convergere la spinta solidale di ciascuna in un’unica rete. Uniti, potremo offrire più risposte ed un sostegno maggiore a chi si trova in difficoltà».

La povertà post Covid

Gli attori coinvolti nella sigla del patto a Loreto
Gli attori coinvolti nella sigla del patto a Loreto

La pandemia da Covid ha generato oltretutto nuove sacche di povertà rendendo la situazione ancora più difficile. Ci sono oltre un milione di nuovi poveri nel 2020, con un incremento del più 21,9 per cento rispetto al 2019. Di questi, le donne sono 532mila (più 22,9 per cento), i giovani 222mila (più 23,2). Sono invece 333mila le famiglie in povertà assoluta in più nel 2020 rispetto al 2019. È quanto emerge dal Terzo rapporto Censis-Tendercapital “Inclusione ed esclusione sociale: cosa ci lascerà la pandemia”.

Ad alto rischio nel protrarsi dell’emergenza sono le persone senza risparmi, il 23,1 per cento ma è da sottolineare che il 33,4 è tra i bassi redditi e il 29,5 tra i bassi titoli di studio. Inoltre dall’inizio della pandemia il 58,5 per cento degli italiani dice di aver vissuto situazioni di forte stress psicofisico, il 58,8 per cento di depressione, il 60,9 di ansia e paura indefinita. Un carico di sofferenza psichica socialmente diffuso, che però ha colpito di più giovani e bassi redditi.

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