Osimo

Femminicidi, l’analista forense Russo: «La crisi economica incide sulla recrudescenza delle violenze»

L'analista forense ed esperto informatico, incaricato come tecnico in diversi casi di femminicidio: «Non si abbia paura di denunciare. Non credo che quando accadono simili tragedie non si fosse mai palesato niente. Mai una confessione?»

ANCONA – Sui femminicidi «sono davvero contrariato e la prima denuncia che farei è proprio verso chi sapeva, chi troppo spesso e soprattutto in certi contesti non denuncia». Lo dice l’analista forense ed esperto informatico Luca Russo, che ha adempiuto a diversi incarichi di natura tecnica su casi di femminicidio per conto della Procura della Repubblica, in particolare la morte di Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Ancona uccisa da Alvaro Binni, il femminicidio di Rosina Carsetti la donna di Montecassiano uccisa la vigilia di Natale 2020.

Luca Russo
Luca Russo, analista forense e CTU Procura della Repubblica

Ieri ad Osimo è stata rinvenuta cadavere, in un casolare di campagna a Padiglione, Ilaria Maiorano, una mamma di 41 anni, per la cui morte sarebbe sospettato il marito. Russo sottolinea che non bisogna avere paura di denunciare e che, se da un lato «è vero che ogni persona adulta è libera e responsabile di fare quello che vuole», dall’altro «non credo che quando accade una tragedia come questa non si fosse mai palesato niente. Mai una confessione? – si interroga – Mai un grido anche velato d’aiuto? Mai il sentore che forse all’interno di quelle quattro mura fosse già stata consumata violenza, fisica, psicologica?».

«Al di là del caso specifico» e delle motivazioni «sempre ingiustificabili del femminicidio che saranno accertate dagli inquirenti, – spiega Russo, – la crisi economica non ha certamente giovato e incide sulla recrudescenza di violenze che stiamo osservando. Abbiamo vissuto dal 2020 al 2022 una sequenza di fatti gravissimi: dal Covid, con la paura del contagio, alla crisi economica e alle problematiche legate all’aumento dei prezzi. Le famiglie che andavano avanti con 1.000-1.200 euro al mese, adesso si ritrovano al collasso e questo genera una forma di terrore che spesso, invece di unire le persone tra loro porta ad una lotta per la sopravvivenza. Sembra quasi di vivere un film di guerra, dove per sopravvivenza si calpesta la dignità del prossimo fino a cagionarne la morte. Purtroppo non vedo un miglioramento futuro».

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