Osimo

Osimo, arrestata la banda dei furti nelle aziende

I carabinieri di Osimo hanno concluso l’operazione Last travel fermando la banda che nel giro di poco ha messo a segno dieci colpi

Seduti a sinistra il Maggiore Raffaele Conforti, a destra il Luogotenente Luciano Almiento

OSIMO – Stroncata una banda di pericolosi criminali di origine foggiane specializzata in furti di motocicli di grossa cilindrata e di grande valore attivi nell’hinterland della provincia di Ancona, con base e covo a Osimo. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Norm della Compagnia di Osimo agli ordini del maggiore Raffaele Conforti e guidati dal luogotenente Luciano Almiento. Presentata stamattina 26 maggio, al comando, l’operazione è terminata ieri notte quando i Carabinieri osimani si sono recati in in Puglia nelle abitazioni di tre di loro per suonare “la sveglia” procedendo all’arresto in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 22 maggio dal giudice del tribunale di Ancona. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di furti con recidiva infraquinquennale. Nel corso di tutta l’attività investigativa, i Carabinieri di Osimo hanno accertato dieci furti da ottobre a gennaio per un danno economico di oltre mezzo milione di euro. A carico dei malviventi, considerata la pericolosità sociale, sono state redatte tre proposte per il foglio di via dalle provincie di Ancona e Macerata.

Il basista era G.R., 24enne di origine serbe ma da anni integrato in Italia e residente a Jesi, insospettabile autotrasportatore in regola con il permesso di soggiorno, rinchiuso a Montacuto, e gli altri tre della provincia di Foggia, D.M., 45 anni, pluripregiudicato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza, ritenuto il capo dell’associazione, e gli esecutori materiali, D.N., 45enne pluripregiudicato, e C.F., 35 anni, operaio pluripregiudicato anche lui sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune di residenza, rinchiusi nel carcere di Foggia. La banda è formata da sette pregiudicati foggiani ritenuti “vicini” alla criminalità locale del Gargano: gli altri tre, individuati, sono stati denunciati.
“Fovea – last travel” il nome dell’operazione proprio per il “modus operandi” del sodalizio criminale e cioè la peculiarità di giungere sistematicamente in “trasferta” nelle Marche, a Osimo, Jesi, Ancona e Macerata, per commettere furti di motocicli di grossa cilindrata facilmente rivendibili sul mercato illecito. L’ultimo viaggio è stato fatale. Con cadenza settimanale, il sodalizio cercava di poter approfittare della tranquillità del circondario di Ancona e nella Riviera del Conero. Nel momento in cui sono  scattate le manette ai polsi, i quattro hanno esclamato: «Siete stati bravi, complimenti».

L’operazione era cominciata l’anno scorso. Il 20 ottobre i Carabinieri erano intervenuti in via Montegalluccio a Osimo dove una guardia dell’Axitea aveva notato un’auto, nei pressi di una ditta di ingrosso di pneumatici, da dove erano scese tre persone, che a piedi si incamminavano per i campi circostanti. I tre più l’autista, alla vista della guardia giurata, sono fuggiti a piedi nei campi. Uno di quelli, vestito di nero, era accovacciato in una scarpata di un terreno poco distante dal magazzino di pneumatici quando è stato fermato. Era D.N.: addosso aveva un coltello a serramanico, grimaldelli e oggetti destinati esclusivamente allo scasso (chiavi, cacciaviti e pinze in genere), una ricetrasmittente e un passamontagna, il tutto sottoposto a sequestro. Da lui i militari sono arrivati al basista, capace di fornire in poco tempo tutte le notizie utili ai compagni per giungere a Osimo e depredare quanto concordato. Forniva loro anche supporto logistico mettendo in disponibilità un appartamento in pieno centro a Osimo dove si riunivano per cene fastose anche a base di cocaina e studiavano le loro azioni criminose.

Il “modus operandi”: i foggiani arrivavano sul posto con un autocarro a noleggio dotato di una pedana meccanica con cui caricavano la moto alla luce di giorno facendo ritorno nell’hinterland foggiano. Per i furti nelle ditte (il sito individuato dal basista) giungevano sul posto con un autocarro di grosse dimensione dove poter occultare la refurtiva. Per il furto di rimorchi, commessi nell’area portuale di Ancona, giungevano sul posto con una motrice attendendo lo sbarco della motonave dalla Grecia che avveniva nei weekend in modo tale che i proprietari si accorgevano del furto soltanto il lunedì.

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