Osimo

Castelfidardo, metalli scaricati nel fosso: denunciate due aziende

I Carabinieri Forestali della Stazione del Conero, allertati da alcuni cittadini, hanno scoperto che si trattava di rifiuti speciali pericolosi smaltiti da due ditte operanti nel settore delle lavorazioni galvaniche

Forestali
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CASTELFIDARDO – Sono stati alcuni cittadini a scoprire quello sversamento in mezzo al verde. Hanno chiamato i Carabinieri Forestali della Stazione del Conero che hanno scoperto due aziende che avevano smaltito rifiuti speciali pericolosi, immettendoli nella condotta fognaria adiacente al Fosso Vallato alla periferia di Castelfidardo. I militari hanno subito osservato la presenza di acque di un forte colore turchese innaturale diffuse su tutto il corso del torrente. Dalla rete fognaria i reflui sono tracimati in ambiente naturale, anche se fossero state confluite nel depuratore pubblico avrebbero generato gravi inquinamenti a valle del fosso fino al fiume Musone.

Il reperibile del Compartimento Provinciale di Ancona è stato subito contattato per eseguire i campionamenti delle acque del fosso e dei sedimenti, oltre alle analisi dei pozzetti fiscali dei depuratori delle aziende sospettate di aver scaricato i reflui inquinati. Gli accertamenti eseguiti anche con video ispezioni hanno consentito di verificare che i reflui con alte concentrazioni di rame, ferro, alluminio e zinco erano stati scaricati da due aziende che operano nel settore delle lavorazioni galvaniche. Avrebbero dovuto depurare le acque reflue prima di immetterle nella rete fognaria.

Sono stati denunciati i responsabili legali delle due aziende per avvelenamento di acque, gestione abusiva di rifiuti e danneggiamento aggravato di acque pubbliche, reati che prevedono pene sino ai 15 anni di reclusione.

I rifiuti contenenti residui, ossidi e composti di metalli pesanti, oli o solventi, rappresentano un pericolo costante per l’ambiente. Immettere tali sostanze, senza un preventivo trattamento, nella condotta fognaria, può provocare danni ingenti agli impianti di depurazione con conseguenze imprevedibili. Spesso infatti, dicono i forestali, il “metabolismo” dei depuratori risulta così danneggiato da queste sostanze, che non resta altro se non “scolmare” i liquami non trattati nel corpo ricettore, fiume o altro che sia.

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