Osimo

Carmine Sangineto, la fisarmonica che fa impazzire i giovani

Intervista al musicista del trio calabrese vincitore alla Coupé di Osimo e al Premio Internazionale di Fisarmonica di Castelfidardo: «Vogliamo tornare molto presto ad esibirci nelle Marche»

CASTELFIDARDO- Mattia Salemme al pianoforte, Daniele Perrone alle percussioni e Carmine Sangineto alla fisarmonica: insieme formano il Sangineto’s Trio, che in due settimane ha messo a segno una storica doppietta, prima la vittoria nella Coupé Mondiale della fisarmonica ad Osimo, poi il successo al PIF di Castelfidardo, in entrambi i casi sempre nella categoria della World Music. Un risultato notevole per un trio di musicisti giovanissimi nell’età (tutti poco più che ventenni) e nella formazione, visto che il gruppo è nato solo quest’anno e già si è imposto su palcoscenici di importanza internazionale.

Vi aspettavate questi successi in così poco tempo?
«Sinceramente la vittoria alla Coupé è stata una bellissima sorpresa – ci racconta Carmine Sangineto – non pensavamo assolutamente di riuscire a vincere perché gareggiavamo con avversari molto forti e tecnicamente preparati. Al PIF invece sinceramente ci speravo, perché io avevo partecipato già lo scorso anno in duo con Daniele Perrone alle percussioni e avevo conquistato il secondo posto, quindi stavolta l’intenzione era quella di puntare al gradino più alto del podio».

Com’è nata la passione per la fisarmonica?
«Ho visto questo strumento per la prima volta ad un matrimonio quando avevo otto anni e me ne sono subito innamorato. La fisarmonica ha qualcosa di unico rispetto agli altri strumenti che è il mantice, il cuore di questo strumento, che consente di dare un respiro e un anima a ciò che suoniamo.
All’inizio era un gioco, poi con il tempo è diventato un impegno professionale oltre che la mia più grande passione. Ora sono uno studente al Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, con il maestro Antonio Spaccarotella che è stato anche il promotore del nostro progetto, in più a mia volta sono docente e insegno all’Accademia Astor Piazzolla».

I Sangineto’s Trio premiati al PIF di Castelfidardo

La musica è diventata anche la vostra professione…
«Diciamo che se fai un certo tipo di musica come la nostra in Italia è difficile ma può diventare anche un lavoro a tempo pieno. Per mia esperienza non si può vivere solo di concerti, ma abbinato all’insegnamento si può trovare il giusto equilibrio. Certo che con una passione del genere non ci sono orari, si devono fare anche sacrifici; quest’estate abbiamo fatto concerti in cui capitava spesso di tornare all’alba, in più bisogna sempre continuare con lo studio per perfezionarsi».

Come definiresti la vostra musica?
«La nostra è una musica etnica, ma rivisitata secondo il nostro gusto e le nostre idee. Abbiamo voluto arricchire con altre sonorità e arrangiamenti e alla fine ne sta uscendo fuori un bel progetto, molto apprezzato sia nei concorsi ai quali abbiamo partecipato, sia nelle serate in cui abbiamo suonato al pubblico, in Calabria, in Sicilia, a Piacenza, addirittura siamo stati chiamati a Parigi lo scorso maggio dove ci siamo esibiti nell’ambito di un festival».

Come vi siete trovati nelle Marche?
«Siamo qui dal 5 settembre e abbiamo avuto modo di apprezzare la vostra regione. Sia la Coupé che il PIF hanno avuto un’organizzazione impeccabile. Poi è stato bello esibirsi anche al pubblico, in piazza della Repubblica a Castelfidardo, in Teatro e nelle frazioni ad Osimo. Davvero una bella esperienza».

Ora che progetti avete in cantiere?
«Torniamo a casa dalle nostre famiglie, siamo fuori ininterrottamente dallo scorso 21 agosto, vogliamo rilassarci un po’. Poi ognuno di noi sarà impegnato con le rispettive classi di insegnamento. Ma il progetto dei Sangineto’s Trio continuerà sicuramente e speriamo di tornare molto presto ad esibirci nelle Marche».

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