Osimo

Cancellato il bonus per le città santuario, i commercianti di Loreto scendono in piazza

Il Decreto Sostegni appena approvato mette le città santuario ai margini delle misure previste a ristoro del Covid-19. I sindaci sono pronti a dare battaglia ed hanno organizzato una manifestazione congiunta

Loreto

LORETO – Il Decreto Sostegni appena approvato mette le città santuario ai margini delle misure previste a ristoro del Covid-19 e cancella il bonus specifico.

I sindaci delle maggiori città sede di luoghi di culto, Loreto ed Assisi in testa, sono pronti a dare battaglia ed hanno organizzato per domani (venerdì 26 marzo) una manifestazione congiunta alle 17 che porterà nelle piazze i commercianti e le associazioni di categoria, oltre che i rispettivi sindaci e rappresentanti in Comune, che si incateneranno simbolicamente per evidenziare la situazione di grave difficoltà che tutto il comparto del turismo religioso sta vivendo.

Una manifestazione nella quale sono state chiamate a partecipare anche le città di San Giovanni Rotondo, Pompei, San Gabriele dell’Addolorata, Padova ed altre, unite nella richiesta di avere dal Governo un segnale concreto per dare nuova linfa ad un settore in affanno totale.

Dal testo finale del decreto è infatti scomparso l’emendamento 13 che riguardava la misura prevista per i comuni in cui risiedono santuari, annoverati tra i beneficiari del plafond di 10 milioni di euro stanziato a favore degli esercenti dei centri storici. L’emendamento era stato inserito in extremis nella Legge di bilancio approvata a dicembre, a seguito dell’azione congiunta dei sindaci di Loreto e Assisi. Ora invece si torna punto e a capo.

Il sindaco Moreno Pieroni afferma: «Siamo al tempo stesso inclusi, le misure sono aperte a tutte le città italiane con più di 10mila abitanti, ma anche esclusi per quelle che sono le nostre peculiarità di centri di culto, che di fatto determinano per noi una situazione molto particolare. I nostri centri non possono essere equiparati a tutto il resto delle città italiane: il turismo devozionale segue altre logiche ed insiste spesso su Comuni che contano poche migliaia di anime come abitanti e dove le stesse attività commerciali hanno dimensioni minuscole. Un ampliamento della platea così indiscriminato, senza una forma di bonus beneficio esclusivo delle città santuario, e il tetto dei 10mila abitanti finiranno per lasciarci indietro nei requisiti di accesso ai ristori e apriranno solo il campo ad una guerra tra poveri, senza benefici reali soprattutto in considerazione del fatto che il turismo religioso di massa sarà quello che ripartirà più tardi in assoluto alla fine della pandemia. Chiediamo al presidente Draghi che tutto ciò venga preso in considerazione».

La manifestazione vedrà presenti anche l’assessore al Commercio Francesca Carli, il capogruppo di maggioranza Michele Marchiani, firmatario della prima mozione dello scorso novembre, e la presidente del Consiglio Silvia Giampaoli. L’adesione sarà trasversale perché è stato coinvolto tutto il Consiglio comunale e anche i capigruppo di minoranza, oltre all’intera giunta.

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