Osimo

Femminicidi, la criminologa Carlini e l’appello alle donne: «Denunciare, c’è un sommerso significativo»

Al centro antiviolenza di Ancona al 30 settembre sono 106 le donne che hanno chiesto aiuto, un dato in crescita di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando erano 95

I carabinieri nel casolare a Padiglione di Osimo dove è stato trovato il cadavere di Ilaria Maiorano (Immagine di repertorio)

ANCONA – «A fronte di quanto successo, sembra utile e opportuno continuare ad invitare le donne a denunciare» e «a chiedere aiuto anche attraverso il 1522, numero nazionale gratuito che consente alle donne di mettersi in contatto con il centro antiviolenza più vicino alla loro abitazione». Lo dice la criminologa Margherita Carlini, intervenendo sul presunto femminicidio di Ilaria Maiorano, la 41enne trovata morta ieri nella sua abitazione, un casolare di campagna in via Montefanese a Padiglione di Osimo.

Per la morte della donna è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato Tarik El Ghaddassi, il marito della 41enne. Carlini parla di «una notizia che riporta a quella che è la conta delle donne uccise ogni giorno nel nostro paese, nel nostro territorio, in un territorio di provincia rispetto al quale abbiamo sempre un po’ la percezione di una sorta di tranquillità, di una condizione in cui questi fenomeni non accadono o non accadono fino ad arrivare a livelli di gravità come quello di cui stiamo parlando».

La criminologa Margherita Carlini

Secondo la criminologa quanto accaduto nel territorio marchigiano, ad Osimo, è «un dato che è assolutamente in linea con la tendenza nazionale, con la rilevazione del fatto che il fenomeno della violenza maschile sia un fenomeno assolutamente presente e in crescita in termini di donne che scelgono di denunciare e di far emergere la loro condizione di maltrattamento, che è da sempre presente nel nostro paese, ma che per quanto in crescita in termini di percezione in realtà sottende un numero sommerso sicuramente più significativo».

«Molte sono purtroppo le donne, come nel caso di Ilaria – aggiunge – che non hanno avuto il coraggio e la forza di emanciparsi da questa condizione di violenza e di maltrattamento: questo è quello che è possibile ipotizzare vista la gravità di quello che è successo e visto che la nostra esperienza ci fa pensare che non si possa arrivare ad un gesto così grave e così violento, di questa entità, attraverso un raptus, un episodio che arriva in un momento isolato da quello che noi sappiamo essere in realtà un contesto di maltrattamenti che vengono ripetuti e reiterati nel corso del tempo».

La criminologa parla di «ennesima morte di una donna per mano di un partner o di un ex partner». «I dati che abbiamo sul territorio nazionale, ma anche sul territorio locale, rispetto alle donne che si rivolgono al centro antiviolenza – dice – ci dicono che il fenomeno della violenza maschile contro le donne è assolutamente presente».

Al centro antiviolenza di Ancona, gestito dall’associazione Donne e Giustizia, all’11 ottobre 2022 sono state 111 le donne che hanno chiesto aiuto, al 30 settembre erano 106, un dato in crescita di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando al 30 settembre 2021 erano 95 donne.

Ti potrebbero interessare