Osimo

Afghanistan, Loreto si offre come corridoio umanitario per i profughi

È la proposta del sindaco Pieroni che, in queste ore di drammatica emergenza umanitaria, ha lanciato una concreta iniziativa di solidarietà per la popolazione afghana, in particolare per le donne, che rischiano di essere le più colpite dal ritorno del regime talebano

Loreto
La basilica di Loreto (Foto di Laurentiu Adrian Cretu da Pixabay)

LORETO – Loreto si è offerta come corridoio umanitario per dare accoglienza ai profughi dell’Afghanistan. È la proposta del sindaco Moreno Pieroni che, in queste ore di drammatica emergenza umanitaria, ha lanciato una concreta iniziativa di solidarietà per la popolazione afghana, in particolare per le donne, che rischiano di essere le più tragicamente colpite dal ritorno del regime talebano.

Le parole del sindaco di Loreto sui profughi afghani

«Non possiamo restare a guardare senza fare nulla – dichiara il primo cittadino di Loreto -; il nostro paese è da sempre un luogo vocato all’accoglienza al di là delle appartenenze e dei credo religiosi: restiamo fedeli alla nostra storia di città aperta al prossimo e ci mettiamo a disposizione per dare ospitalità ai profughi e alle profughe che ne avranno bisogno».

Una disponibilità che l’amministrazione comunale ha già messo nero su bianco scrivendo alle autorità competenti, ministro degli Esteri e prefetto in primis, esprimendo la volontà di creare un vero e proprio corridoio umanitario che possa essere un punto di riferimento per dare asilo a queste persone così duramente messe alla prova. «Abbiamo sentito il dovere morale di fare qualcosa di concreto – continua il sindaco – e ci appelliamo a tutte le realtà del territorio come la Delegazione Pontificia, la Croce Rossa, la Protezione civile, la Fondazioni e le associazioni cittadine, affinché possano condividere questa nostra iniziativa e, insieme, renderla operativa».

L’influenza del nome di Loreto

Loreto è un centro di culto conosciuto in tutto il mondo: «Anche per questo è doveroso utilizzare il richiamo e l’influenza che il nome della nostra città esercita ovunque per sensibilizzare l’opinione pubblica, italiana e non solo, su questa enorme tragedia che si sta consumando. Voglio pensare che molto altri comuni faranno altrettanto seguendo il nostro esempio».

Non è la prima volta oltretutto che la città mariana si attiva per rispondere ad emergenze umanitarie internazionali: già negli scorsi anni, il centro mariano aveva ospitato la comunità albanese e kosovara residente a Tolentino e sfollata in seguito al terremoto del 2016. Un’attenzione verso l’altro in quanto tale, svincolata da qualsiasi valutazione di tipo religioso, sia pure all’ombra di uno dei più importanti santuari mariani della cristianità.

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