Osimo

AC Dalmazia, grande esempio di integrazione

Gli eventi che hanno scandito la storia di una squadra nata come Associazione Zaratina di Ginnastica e della sua affermazione nel calcio “regionale”

La ripresa della stagione calcistica, dopo lo stop natalizio, fornisce lo spunto per raccontare una storia di sport e solidarietà, a lungo custodita dalle calme acque del Mar Adriatico. Protagonista della vicenda è infatti la grande passione per il gioco del pallone, che, a partire dal tardo ottocento, si diffuse rapidamente in tutta Europa, favorendo la costituzione di squadre professionistiche e campionati nazionali. Al fascino della nuova disciplina sportiva non potè certo sottrarsi il nostro Paese, all’interno del quale, iniziarono a sfidarsi compagini via via sempre più importanti e prestigiose quali Genoa, Milan, Juventus, Udinese e Pro Vercelli, capaci di estendere la propria popolarità anche oltre i confini nazionali.

L’eco delle loro imprese, si diffuse principalmente nella vicina Regione della Dalmazia (odierna Croazia) ed in particolar modo nella città costiera di Zara, che, di lì a poco, riuscirà ad esprimere una propria espressione del calcio, attraverso la costituzione dell’Associazione Zaratina di Ginnastica.

La squadra della Ginnastica Zaratina

Nonostante il notevole entusiasmo, a scandire le prime vicende calcistiche “d’oltremare”concorsero inevitabilmente precarietà ed improvvisazione, alle quali si riuscì a sopperire soltanto ai primi del novecento con l’introduzione delle regole ufficiali di gioco, “esportate” dall’affascinante Campionato italiano.

In seguito a tale determinante acquisizione, datata ottobre 1910, i dirigenti della Ginnastica Zaratina ritennero ormai maturi i tempi per l’organizzazione di un campionato regionale dalmato. Al di là del maestoso appellativo, la sua prima edizione si risolse solamente in un’unica partita, tra la squadra di Zara e la “Forza e Coraggio” di Ragusa (l’attuale Dubrovnik), che vide imporsi quest’ultima con il punteggio di 3-1. Una sorta di maledizione sembrò accompagnare la Ginnastica Zaratina nelle successive riproposizioni della manifestazione, sfiorando puntualmente la vittoria sia nel 1912 che nel 1913, dovendosi però sempre accontentare della piazza d’onore.

Gli sconvolgimenti politici del 1914 ed il conseguente scoppio della Prima Guerra Mondiale, costrinsero alla sospensione del campionato sino alla fine delle ostilità belliche. Nel 1919, dopo soltanto un anno dal termine del conflitto, si potè ripartire, riuscendo finalmente a sfatare quell’incantesimo, attraverso la conquista del titolo di campione regionale della società zaratina. Simile affermazione, seppur prodigiosa, non riuscì comunque a svincolare la città da un sostanziale chiusura, che inevitabilmente finì per ripercuotersi sulle qualità del proprio calcio, ancora caratterizzato da precarietà e dilettantismo. Malgrado ciò, l’ambizione di un rapido progresso, inizò a farsi largo tra le vie e le piazze di Zara, prendendo sempre più campo l’idea di disputare amichevoli con squadre “quasi” professionistiche.

A rispondere all’appello furono immediatamente alcune compagini “nostrane”, le quali, spinte da un profondo senso di umanità oltre che dalla indubbia vicinanza logistica, avviarono i primi contatti per disputare partite in trasferta. Così, a partire dal 1924, sbarcarono in Dalmazia l’U.C. Maceratese, la Sef Stamura di Ancona e le formazioni di Jesi, Fermo e Senigallia. Le ottime prestazioni registrate contro le formazioni marchigiane, convinsero la dirigenza della Ginnastica Zaratina che fosse percorribile, anche per la propria società, quella strada ormai da tempo intrapresa a Fiume e in Istria, ossia quella di partecipare ad un vero Campionato Italiano.

Questa aspirazione, riuscì ad attuarsi nella stagione 1926/27, allorquando la Ginnastica fu ammessa al Campionato di Seconda Categoria Sud-girone A, dove tra le altre ritrovò anche la Stamura di Ancona. Seppur un’esperienza estremamente positiva, essa, restò isolata e senza alcun seguito sino ai primi anni’30, quando, il secondo posto della squadra dalmata ad un torneo interregionale “riaccese” nuovamente la passione per il calcio, stimolando una nuova avventura nella Lega Nazionale.

Potendo ormai contare su una solida e radicata amicizia con le Marche, la formazione zaratina, rinominata nel frattempo Associazione Calcio Dalmazia,

La formazione dell’AC Dalmazia

optò senza alcuna esitazione per l’iscrizione al Campionato 1931/32 di Seconda Categoria-Divisione marchigiana-abruzzese. A tenerle compagnia, vi furono avversarie affermate e di livello quali: S. Pol. Alma Juventus (Fano), Abruzzo (Pescara), Sambenedettese (San Benedetto del Tronto), U.S. Jesina, S.S. Fabriano, Falconare (Falconara), Anconitana “B” (Ancona) e Fermana. L’esordio della AC Dalmazia avvenne il primo novembre 1931, in casa, contro l’Alma Juventus con un incoraggiante 1-1. La stagione per gli zaratini proseguì tra alti e bassi, alternando incredibili vittorie (6-0 contro la Sambenedettese) a brucianti sconfitte (perfino un 10-0 nel ritorno con L’alma Juventus!!!) e si chiuse con un onorevole 4° posto. Le successive annate, 1932/33 e 1933/34, registrarono un sensibile miglioramento della sua posizione in classifica, agguantando dapprima il 3° posto ed in seguito chiudendo addirittura al 1° posto isieme al Dopolavoro Cantieri Navali Ancona, fallendo comunque la promozione.

La graduale affermazione dell’AC Dalmazia nel Campionato marchigiano, si interruppe bruscamente a partire dal 1934/35 a causa dei subentrati problemi finanziari, nonché per la decisione del regime fascista di requisire il terreno di gioco per la costruzione della Casa del Balilla, che impedì così alla squadra di disputare le ultime partite del torneo. L’impossibilità di sopperire all’“espropriazione” del campo, costrinse la formazione zaratina ad un periodo di inattività, suscitando sconforto e frustrazione in terra marchigiana. Qui infatti, partita dopo partita, l’affetto per L’AC Dalmazia crebbe a dismisura, rendendo molto difficile accettarne il prolungato distacco.

Lo stemma dell’AC Dalmazia

Tutto cambiò nel marzo del 1937, quando una nuova cordata societaria assunse il controllo della squadra, riuscendo a fornirle un impianto adeguato sul quale tornare a disputare incontri ufficiali che presero il via alcuni mesi dopo con l’inizio della nuova stagione dell’ormai “familiare” Campionato Marche-Abruzzo, disposto ad accogliere con rinnovato entusiasmo il club d’oltremare. Rinnovata al suo interno e svincolata da problemi strutturale ed economici, l’AC Dalmazia sembrò non trovare più ostacoli sulla strada della sua definitiva consacrazione nel calcio italiano, coltivando nientemeno il sogno di raggiungere la serie C! Purtroppo però, simili prospettive vennero nuovamente travolte dagli eventi, che condussero alla tragedia del secondo Conflitto Mondiale.

Esso, influì pesantemente sulla nostra nazione, che, oltre al sacrificio di migliaia di soldati si vide costretta ad una ridefinizione dei propri confini. A cadere in mano slava, furono le zone nord-orientali del paese compresa la città dalmata di Zara, immediatamente sottoposta ad un processo di riconversione culturale. Ogni traccia del precedente passato italiano fu cancellata; si giunse così anche alla soppressione dell’AC Dalmazia, sostituita già dal 26 aprile 1945 da una nuova società con una connotazione maggiormente balcanica: il N.K. Zdar. Seppur non più presente realmente nella nuova nazione jugoslava, l’eredità dell’AC Dalmazia rimase comunque in essa per sempre viva, rappresentando un significativo esempio di integrazione, che nessuna macchinazione politica potrà mai cancellare del tutto.

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