Macerata

Violenza sessuale e maltrattamenti su sorellastra e nipote, a giudizio un muratore

I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2020 e il 2021 in un Comune della costa maceratese. La difesa: «Accuse infamanti e infondate, dimostreremo la sua estraneità agli addebiti mossi in dibattimento»

Foto di repertorio

MACERATA – Violenza sessuale aggravata nei confronti della sorellastra e della nipote, muratore a giudizio. L’avvocato Alessandro Brandoni: «Accuse infamanti e infondate, dimostreremo la sua estraneità agli addebiti mossi in dibattimento». Si aprirà il prossimo 6 febbraio davanti al collegio di Macerata il processo a carico di un muratore che vive in un Comune della costa maceratese e che è accusato di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia.

L’avvocato Alessandro Brandoni

I fatti contestati dal pubblico ministero Rosanna Buccini sarebbero avvenuti tra marzo del 2020 e agosto del 2021. Per l’accusa le violenze sessuali nei confronti della sorellastra sarebbero avvenute durante il tragitto di andata o di ritorno dal lavoro. All’epoca, infatti, la donna denunciò che quando il fratellastro la accompagnava o andava a riprenderla dal luogo in cui lavorava avrebbe più volte abusato di lei. Non solo. Atti sessuali l’imputato li avrebbe compiuti anche nei confronti della figlia della sorellastra all’epoca dei fatti minorenne. Mamma e figlia lo avrebbero accusato anche di maltrattamenti avvenuti nel periodo di convivenza quando il parente avrebbe aggredito con schiaffi, pugni e calci la sorellastra anche davanti alla figlia e arrivando a minacciare di morte la minore.

La vicenda, molto delicata e dai contorni ancora da delineare, oggi è finita all’attenzione del gup Claudio Bonifazi e del pm Stefania Ciccioli. L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Brandoni, non ha voluto richiedere riti alternativi che gli avrebbero consentito di ottenere uno sconto di pena in caso di condanna, preferendo andare a dibattimento per poter dimostrare la propria estraneità alle accuse mosse attraverso la produzione di documenti e la citazione di testimoni. Mentre le due donne si sono costituite parte civile con l’avvocato Egle Asciutti chiedendo un risarcimento di 80.000 euro e una provvisionale di 30.000 euro.

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