Macerata

L’Università di Macerata spinge sulla parità di genere: firmato il primo Gender equality plan

Individuate cinque linee di intervento per promuovere e valorizzare competenze e carriera delle donne, presenti più tra studenti e docenti che non nelle posizioni apicali dell'ateneo

Il rettore Adornato e la professoressa Mattucci

MACERATA – Un ateneo a “trazione” prevalentemente femminile, visto che le donne sono più degli uomini sia per quanto riguarda la componente studentesca che tra il personale tecnico-amministrativo e nella maggioranza dei docenti, ma che torna a “parlare al maschile” quando si tratta di salire verso le posizioni apicali. Questo il quadro che emerge dal primo “Piano di uguaglianza di genere” (Gender equality plan, Gep) dell’Università di Macerata, un documento in linea con gli standard europei per promuovere la parità di genere, firmato ieri dal rettore Francesco Adornato.  

Il piano dell’Università, che già da tempo lavora per promuovere la parità di genere, allinea il nostro ateneo a quanto richiesto dall’Europa e, come spiegato dalla professoressa Natascia Mattucci, «affonda le radici in una serie di percorsi che l’ateneo ha avviato da tempo, attraverso piani di azioni positive, il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, una delega rettorale, insegnamenti attenti all’approccio di genere, summer school e corsi formativi gratuiti. Il 5 marzo, inoltre, – ha aggiunta la delegata del rettore – scadranno le iscrizioni al corso “Genere, politica, istituzioni”: un percorso formativo che, pienamente in linea con gli obiettivi del Gep, si propone di diffondere una cultura di uguaglianza attraverso la formazione gratuita rivolta a studenti e studentesse».

Andando a vedere i numeri di Unimc, tra gli oltre 10mila studenti, 7.550 sono donne (il 73,89%) e 2.668 sono uomini, con il “record” che spetta al dipartimento di Scienze della formazione dove oltre il 90% degli iscritti al corrente anno accademico sono donne. Anche tra il personale tecnico-amministrativo la componente femminile prevale, con il 66,67% (192 donne) e il 33,33% uomini (96). A fronte di un sostanziale equilibrio per quanto riguarda il numero dei docenti associati e dei ricercatori a tempo indeterminato le donne rappresentano circa il 64% di quelli a tempo determinato. Lo squilibrio maggiore si registra nella governance di ateneo, con sette uomini contro due donne nel consiglio di amministrazione, quattro direttori di dipartimento uomini e solo una donna. Unicamente maschile, il vertice dell’ateneo, guidato dal rettore Francesco Adornato e dal direttore generale, Mauro Giustozzi. Ma chissà, come si è augurato il stesso rettore che «verrà anche il tempo di una rettrice».

Adesso, con l’adozione del Piano, l’ateneo spingerà ancora di più per promuovere azioni, attraverso cinque aree di intervento, per valorizzare competenze e carriera delle donne: cultura organizzativa inclusiva ed equilibrio vita-lavoro; equilibrio di genere nella governance; uguaglianza nel reclutamento e nelle carriere; approccio di genere nella ricerca e nella didattica; misure contro stereotipi, violenza e molestie. Un gruppo di lavoro, poi, verificherà l’avanzamento delle azioni e redigerà un rapporto annuale.  

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