Macerata

Tolentino, spaccio e tentata estorsione: guineano patteggia un anno e mezzo

Ieri il gup del Tribunale di Macerata ha accolto la proposta e ha revocato la misura degli arresti domiciliari a carico dell'extracomunitario 24enne

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Accusato di spaccio di quasi tre chili di droga e di tentata estorsione, 24enne guineano patteggia e torna in libertà. Ieri mattina – 2 febbraio – il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha accolto la proposta di patteggiamento a un anno, sei mesi e 20 giorni, pena sospesa, ha revocato la misura degli arresti domiciliari e ha disposto la confisca di circa 12.000 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio. Imputato un 24enne guineano che vive a Macerata con la propria famiglia.

Il giovane a ottobre dello scorso anno era finito in carcere a Montacuto su richiesta del pubblico ministero Enrico Riccioni (indagati con lui c’erano anche due italiani e un bosniaco che invece erano stati raggiunti dalla misura dell’obbligo di firma). L’indagine aveva portato alla luce una fitta rete di spaccio che aveva messo radici a Tolentino e che aveva come acquirenti (di hashish e marijuana) giovani e giovanissimi della provincia. Per gli inquirenti il guineano era la principale fonte di approvvigionamento di sostanze stupefacenti per i giovani di Tolentino e gli altri tre ventenni erano spacciatori a livello locale. Quando al guineano venne notificata l’ordinanza gli investigatori lo trovarono con altra droga e il giovane reagì a polizia e carabinieri minacciandoli (per questo era stato anche arrestato in flagranza per detenzione di droga e resistenza a pubblico ufficiale, ndr).

L’avvocato Raffaele Delle Fave

In merito alle contestazioni per le quali ieri ha patteggiato la pena, queste risalgono al periodo compreso tra dicembre del 2019 e agosto del 2020. Secondo la ricostruzione accusatoria il guineano avrebbe venduto a due coindagati 2,8 chili di droga, tra marijuana e hashish, per un profitto illecito di 19.600 euro. L’extracomunitario era accusato anche di tentata estorsione perché per ottenere 4.600 euro (la somma che un acquirente gli doveva per pregresse cessioni di droga) gli avrebbe mandato un messaggio dal contenuto inequivocabile: «Ti ammazzo con le mie mani, ti ammazzo come un cane, conviene ai tuoi genitori darti i soldi sennò peggio per te».

L’acquirente però non era in grado di pagare perché era stato arrestato e lo stupefacente era stato sequestrato, a quel punto il guineano avrebbe ridotto la somma richiesta a 3.500 euro se l’acquirente avesse ritrattato le dichiarazioni rese contro di lui alla polizia giudiziaria imputando la cessione dello stupefacente agli “zingari di Macerata”. Accusato di tentata estorsione e di spaccio ieri il guineano ha patteggiato tramite l’avvocato Raffaele Delle Fave la pena di un anno, sei mesi e 20 giorni, pena sospesa. Il gup ha poi revocato la misura degli arresti domiciliari e ha disposto la confisca di 12.000 euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

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Per la Procura avrebbe percepito, senza averne diritto, 11.367 euro di indennità. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019. L’indagine scaturì da una segnalazione alla Guardia di finanza