Macerata

Tirò due mattoni contro la vetrata del Gus a Macerata, 59enne condannato

Sei mesi di reclusione per dnneggiamento è la pena inflitta oggi dal giudice Roberto Evangelisti. Il fatto risale a febbraio 2018. L'imputato: «Il Comune non mi ha fatto spalare la neve perchè aveva affidato l'incarico all'Ong»

MACERATA – Accusato di danneggiamento per aver scagliato due mattoni contro la vetrata della porta d’ingresso del Gus, oggi un 59enne maceratese è stato condannato a sei mesi di reclusione. Il pm Emanuela Bruno aveva chiesto una pena poco più alta, otto mesi. Il fatto risale al 26 febbraio del 2018 (dopo l’efferato delitto di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi da uno spacciatore nigeriano il 30 gennaio di quell’anno e il raid razzista di Luca Traini avvenuto il 3 febbraio). Quel pomeriggio (erano da poco passate le 15) l’imputato, incappucciato, aveva raggiunto in piazza Mazzini la sede del Gus, il Gruppo umana solidarietà, organizzazione non governativa che si è occupata anche dell’accoglienza degli immigrati. Prese i due mattoni che aveva trovato poco prima al parco Fontescodella e li scagliò contro la vetrata della porta d’ingresso della Ong, danneggiandola.

L’avvocato Jacopo Allegri

Poco tempo dopo fu individuato dagli agenti della questura e identificato. Nel corso delle indagini il maceratese fu interrogato dalla polizia alla presenza del suo difensore, l’avvocato Jacopo Allegri, e in quella circostanza diede la propria versione dei fatti: spiegò di non aver compiuto il gesto per motivi di odio razziale (aggravante che alla fine non gli è stata contestata) ma semplicemente perché quella mattina era andato in Comune chiedendo di poter essere inserito nelle squadre di spalatori di neve (nella notte aveva nevicato abbondantemente) come era accaduto anche in passato ma quella volta gli risposero che l’incarico era già stato affidato al Gus. Era quindi andato via ma dopo alcuni giri si era diretto verso il Gus.

Sul motivo di quel gesto, l’allora indagato rispose «Mi sono sentito escluso dalla possibilità di guadagnare qualcosa come spalatore». In casa gli agenti gli trovarono due cartoni con le scritte “Basta profughi pusher’s” e “Basta profughi spacciatori”, il 59enne disse di averli scritti lui in occasione della manifestazione del 18 febbraio di quell’anno, ma senza averli mai esibiti, li aveva realizzati sull’onda dei sentimenti suscitati dalla sofferenza della madre di Pamela Mastropietro.

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