Macerata

Tentò un furto in un negozio di telefonia a Civitanova, condannato

Cinque mesi di reclusione e 100 euro di multa la pena inflitta a un albanese di 38 anni. Il giudice gli ha riconosciuto il vizio parziale di mente. Dopo l'arresto disse di aver agito per conto dei Casalesi

Il tribunale di Macerata

CIVITANOVA – Con un mattone sfondò la vetrata del negozio di telefonia in piazza San Francesco di Sales di Civitanova, ma scattò l’allarme e lui fuggì. Questa mattina un albanese di 38 anni è stato condannato a cinque mesi di reclusione e 100 euro di multa, il giudice gli ha riconosciuto il vizio parziale di mente.

Il giovane era stato arrestato il 17 agosto del 2021. Quella notte si presentò davanti al negozio di telefonia Wind Tim di Civitanova e con un tubo di cartone ruotò la telecamera esterna, poco prima delle 3 tornò sul posto e dopo aver armeggiato sulla porta d’ingresso andò via per poi tornare un’ora dopo con un grosso mattone con cui sfondò la vetrata. Scattò l’allarme dal piano superiore si affacciò il padre del proprietario che iniziò ad urlare e l’albanese scappò. Sul posto intervennero i poliziotti del commissariato e i carabinieri del Norm, furono i militari a trovarlo a un centinaio di metri di distanza mentre cercava di nascondersi tra le auto parcheggiate.

Arrestato, il giorno dopo al giudice Andrea Belli disse di essere «un collaboratore del clan dei Casalesi, sono stati loro a ordinarmi queste azioni». Il riferimento era a due atti vandalici commessi due settimane prima ai danni del bar Infinity in viale Vittorio Emanuele (dove spaccò la vetrina con un mattone) e della farmacia Angelini in pieno centro (dove fece una scritta sul muro e lasciò un biglietto minatorio, per poi tagliare la capote di una Mercedes 220D cabrio parcheggiata accanto alla farmacia pensando che fosse dell’ex presidente del consiglio comunale Daniele Maria Angelini, invece era di un amico) e l’ultima, il tentato furto al negozio Wind Tim. Oggi la discussione del processo per tentato furto davanti al giudice Belli e al pubblico ministero Raffaela Zuccarini.

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