Macerata

Simone Riccioni parla del papà tornato in corsia dopo la pensione: «Lo ammiro, per me è un eroe»

La testimonianza di affetto dell'attore di Corridonia nei confronti del padre, Gianrenato Riccioni, medico anestesista e rianimatore in pensione tornato ad affiancare i colleghi dell'ospedale di Macerata nella lotta all'emergenza coronavirus

L'attore Simone Riccioni con il papà Gianrenato

CORRIDONIA – «Per me il mio papà è un eroe come lo sono tutte le persone che stanno combattendo, in prima linea, questa dura battaglia». Non potrebbe utilizzare parole diverse un figlio per descrivere una delle colonne portanti della sua vita; ma in questo caso l’attore di Corridonia Simone Riccioni ha un motivo in più per chiamare “eroe” il suo papà. Gianrenato Riccioni infatti, 64 anni, medico anestesista e rianimatore in pensione del dicembre del 2019, ha deciso di rimettersi il camice per combattere, insieme ai suoi colleghi, il Covid-19.

«Nei giorni passati era stato lui stesso a chiamare i suoi ex colleghi per sapere quale fosse la situazione negli ospedali e temevo che prima o poi sarebbe successo; poi è stato chiamato a tornare a lavoro e quindi non si è potuto rifiutare – ci racconta l’attore Simone -. Dico temevo perché mio padre ha 64 anni e la paura che, in ospedale, possa contrarre il virus purtroppo c’è; nonostante ciò, ammiro ciò che fa, per me è un vero eroe come lo sono tutte le persone che si trovano a combattere questa battaglia in prima linea, negli ospedali».

«Fino alla scorsa settimana cucinava, tagliata le piante e gli ulivi e invece ieri è tornato in reparto, a Macerata, per dare una mano ai suoi colleghi – spiega l’attore -. Dorme in una stanza diversa da quella in cui dorme mia madre e anche a casa teniamo sempre a mente gli accorgimenti importanti diffusi dal Ministero. La speranza ovviamente è che mio padre, come tutti i medici, infermieri e operatori sanitari, possano continuare a operare con tutte le precauzioni del caso perché purtroppo, come ci raccontano non solo le cronache nazionali ma anche quelle locali, c’è una grande mancanza di mascherine e di dispositivi di protezione individuale in generale».

«Papà, nell’87, ha mollato l’Italia per andare in Africa e portare a termine una missione umanitaria cercando di aiutare le persone più bisognose e fragili tra bombardamenti, razzie e saccheggi e ha combattuto anche contro l’Ebola; è un medico che ha fatto della sua professione una missione di vita e che non si è mai tirato indietro quando c’era bisogno di aiutare – ha concluso Riccioni -. Ammiro la sua scelta e mi auguro che tutta questa situazione si possa concludere il più presto possibile».

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