Macerata

Settore moda, Guzzini di Confindustria Macerata: «Dialogo con le istituzioni per ripartire»

Al convengo "Made for Italy" è intervenuto anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: «Le istituzioni devono capire come dare supporto alle imprese e farlo in modo rapido»

moda, tessile

MACERATA – «Dobbiamo essere compatti e fare squadra nell’affrontare una situazione che non potevamo immaginare». Così Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, ha aperto il convegno svoltosi nel pomeriggio di oggi (lunedì 14 dicembre) “Made for Italy” dedicato in particolare al settore della moda.

«I marchigiani sono resilienti e questo ce lo hanno insegnato il sisma, la crisi di Banca Marche e il Covid – ha continuato Guzzini -. E l’emergenza sanitaria ha colpito maggiormente alcuni comparti come quello della moda ma anche quello del turismo; basti pensare che noi come Confindustria Macerata abbiamo 400 soci e 100 operano nel settore moda e nella fascia alta del mercato. In molti mi chiedono cosa devono fare per ripartire e purtroppo dobbiamo evidenziare che come Confindustria abbiamo un conflitto con il Governo perché non ci ha mai ascoltato e non ha mai preso in considerazione le nostre proposte».

«Il prossimo anno avremo 209 miliardi di euro a disposizione; una chance che capita una volta sola nella vita e non dobbiamo sbagliare a impiegare queste risorse – ha aggiunto il presidente di Confindustria Macerata -. Non possiamo dare ai nostri figli un carico di debiti ma dobbiamo essere uniti e compatti nell’affrontare il futuro con entusiasmo, voglia e competenze. Diamo quindi degli incentivi e consumiamo il Made for Italy e quindi prodotti completamente italiani – ha concluso Guzzini -. La ricchezza di un Paese si misura con il lavoro e per ripartire occorreranno un paio di anni ma in questo periodo cerchiamo di favorire il consumo dei prodotti italiani; insomma questo Natale consumiamo le nostre eccellenze».

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

Durante l’appuntamento è intervenuto anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. «Il tema del Made in Italy rappresenta in maniera compiuta la speranza per l’occupazione e per le eccellenze manifatturiere della nostra regione – ha detto il governatore -. Siamo davanti a una fase complessa perché c’è una crisi profonda che tocca tutto il nostro sistema e che arriva da Banca Marche ma anche dal sisma del 2016 oltre che dal Covid. In questo si inserisce anche la non capacità di internazionalizzare il prodotto innovando i processi produttivi quindi è importante accompagnare con la fase digitale il nostro territorio».

«Ci attendono sfide importanti ed essenziali per garantire il livello occupazionale che è un aspetto che ci preoccupa molto – ha proseguito Acquaroli -. Le Marche in questo momento stanno cercando di capire dove andare e verso quali sfide rivolgersi nei prossimi mesi; mesi che devono essere vissuti in concertazione e mesi durante i quali la politica deve essere a servizio dell’economia. Il Made in Italy e le nostre eccellenze sono un punto di riferimento e le istituzioni devono capire come dare loro supporto e come farlo in modo veloce».

«Infine non dobbiamo ostacolare il fare impresa con la burocrazia – ha concluso il governatore -. La sfida che ci attende si gioca nelle nostre capacità imprenditoriali e produttive e dobbiamo scegliere i giusti strumenti per affrontarla».

Il presidente di Confindustria Moda Cirillo Marcolin

Oltre ai tanti imprenditori che sono intervenuti durante il convegno c’è stata anche la riflessione del presidente nazionale di Confindustria Moda Cirillo Marcolin. «Il detto “piccolo è bello” ormai non è più sufficiente – ha esordito – e quindi come abbiamo fatto con Confindustria Moda dobbiamo ancora dimostrare al Governo che questo tipo di manifattura è fondamentale e ha un export di 65 miliardi. Spetta a noi traghettare le imprese nel 2021 ma non bastiamo da soli e il Governo ci deve aiutare».

Tra le parole d’ordine c’è, secondo Marcolin, l’aspetto del «reshoring dato che se lo Stato dà una mano alle nostre imprese queste possono riportare le loro produzioni in Italia e recuperare in termini di qualità e di prodotto – ha concluso -. Infine deve esserci una massima attenzione alla concorrenza sleale e alla contraffazione perché i grandi marchi vivono sull’immagine di quello che hanno costruito e devono essere tutelati».

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