Macerata

Sesso e cocaina in un circolo sportivo del Maceratese: in due accusati di violenza sessuale di gruppo

Il gestore del locale è accusato anche di aver tentato di far prostituire la dipendente con dei clienti pakistani ma lei si era rifiutata. Ieri in aula è stata sentita la giovane

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Prima avrebbe assunto cocaina, poi sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con il gestore del circolo sportivo in cui lavorava e con un suo amico.

Due uomini di Monte San Giusto sono accusati di violenza sessuale di gruppo, il gestore del circolo deve rispondere anche di spaccio, tentata induzione alla prostituzione e violenza sessuale. I fatti risalgono all’estate del 2015 e sarebbero avvenuti nel circolo sportivo di un comune della provincia di Macerata gestito da un sangiustese che oggi ha 48 anni. All’epoca il gestore assunse una 30enne alla quale più volte avrebbe ceduto dosi di cocaina, le avrebbe chiesto anche di spacciarla ad altre persone ma la giovane si sarebbe rifiutata. Ma quello non sarebbe l’unico rifiuto che la dipendente avrebbe opposto.

L’avvocato Simone Santoro

In più di un’occasione l’uomo le avrebbe dato dei soldi extra (una volta le infilò 50 euro nel grembiule) chiedendole di avere rapporti sessuali con clienti pakistani, ma lei si sarebbe sempre rifiutata. Poi le violenze. Un giorno il 48enne, dopo averle fatto assumere cocaina, l’avrebbe chiusa all’interno del locale e costretta a subire un rapporto sessuale. In altre occasioni, all’interno del circolo, l’avrebbe palpeggiata quando sua moglie era girata, incurante del fatto che nel locale ci fossero degli avventori. Ma l’incubo per la donna non sarebbe finito.

Un giorno, secondo quanto ricostruito dalla procura, dopo che la trentenne aveva assunto cocaina l’avrebbero violentata in due, sia il gestore sia un suo amico compaesano, che oggi ha 36 anni. Il 48enne avrebbe anche costretto la giovane ad assumere altra cocaina attraverso un rapporto di natura sessuale.

Ieri era fissata l’udienza preliminare in Tribunale a Macerata davanti al gup Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Margherita Brunelli. In aula è stata sentita la persona offesa, che rispondendo alle domande del giudice Bonifazi, del pm Brunelli e dell’avvocato Simone Santoro, ha ricostruito i fatti per i quali si è instaurato il procedimento penale a carico dei due sangiustesi. Secondo le difese – il 48enne è difeso dall’avvocato Massimo Pistelli, il 36enne dagli avvocati Santoro e Gian Luigi Boschi – la giovane nel ricostruire i fatti si sarebbe contraddetta più volte. L’udienza è stata rinviata all’11 maggio quando il giudice dovrà esprimersi o decretando il rinvio a giudizio o emettendo sentenza di non luogo a procedere.

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Per la Procura avrebbe percepito, senza averne diritto, 11.367 euro di indennità. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019. L’indagine scaturì da una segnalazione alla Guardia di finanza