Macerata

Servigliano, attesa per i risultati sul corpo di Jennifer. Domani udienza per il collocamento della sorella minore

Un'ulteriore proroga di 20 giorni per depositare gli esami che chiariranno l'ora e le cause della bambina di sei anni morta nel rogo della sua abitazione

SERVIGLIANO – Un’ulteriore proroga per depositare i risultati degli esami effettuati lo scorso 5 febbraio sul corpo della piccola Jennifer Francesca Krasniqui, la bambina di sei anni morta la notte dello scorso otto gennaio nell’incendio della propria abitazione in via Circonvallazione Cluentina a Servigliano.

I risultati degli esami, che chiariranno l’orario e le cause della morte della minore, dovrebbero quindi arrivare l’11 marzo. La madre della bambina, Pavlina Mitkova, 37enne bulgara, è rinchiusa in carcere con l’accusa di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato; sarebbe infatti stata lei a provocare la morte della figlia maggiore. La donna quella sera è invece riuscita a portare in salvo la figlia minore, di quattro anni. Capi di imputazione che però, dopo i risultati degli esami medici, potrebbero anche cambiare.

Secondo le prime indiscrezioni comunque, il cuore della bambina non sembra fosse soggetto ad alcuna patologia: una circostanza che escluderebbe la morte naturale. La proroga è stata richiesta perché devono essere ultimati gli esami istologici su alcuni campioni, sempre del cuore. Il corpo della bambina non ha segni di violenza e, come spiegato in passato, anche la morte per asfissia sarebbe stata esclusa.

Da sinistra Senesi e Sabbioni

Uno dei due legali della donna, Emanuele Senesi, che collabora insieme all’avvocato Gianmarco Sabbioni, ha incontrato in carcere la 37enne sabato 22. «L’ho trovata meglio rispetto all’ultima volta e credo che stia passando in lei il momento di choc – ha riferito il legale -. È stato un incontro positivo e in settimana anche il marito, il signor Ali Krasniqui, la andrà a trovare». La Mitkova ha riferito al legale che sente la mancanza della figlia minore, che sa essere in una struttura protetta. La famiglia attende anche il rilascio della salma della piccola Jennifer per poterle dare una degna sepoltura.

Nel frattempo proprio domani (martedì 25), al Tribunale dei Minori di Ancona, si terrà l’udienza per la contestazione della sospensione della responsabilità genitoriale e per discutere il collocamento della sorella di Jennifer e figlia minore della coppia. «Sono pienamente d’accordo con tutti i dovuti accertamenti che il tribunale deve compiere ma vedo una totale chiusura da parte dei servizi sociali nel voler collaborare – le parole dell’avvocato Maria Cristina Ascenzo, legale del marito della Mitkova -. Al di là delle posizioni dei genitori della bambina credo che si debba pensare al bene della minore e il bene della bambina non è di certo essere rinchiusa in una struttura senza poter avere contatti nemmeno con il padre». L’uomo infatti, da quel terribile 8 gennaio, non ha mai visto né sentito la minore che, come riferito dall’avvocato, «è anche senza sostegno psicologico».

Ascenzo

«Allora mi chiedo: dobbiamo aspettare i tempi della giustizia piuttosto che salvare la vita a una minore? – si domanda la Ascenzo – Già mi sembra strano che la piccola sia stata affidata ai servizi di Fermo e non a quelli di Servigliano e non capisco perché da due mesi questa parte non sia stato fatto nulla. Nessuno ha richiesto la valutazione della capacità genitoriale o se ci sono o meno parenti ai quali poter affidare la bambina. È giusto che prima di tutto si debba pensare al bene della piccola e poi la giustizia farà il suo corso».

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