Macerata

San Severino, rapinò una gioielliera e la chiuse in bagno: tre anni a mezzo per un 39enne

Il colpo fu messo a segno nel 2018 alla gioielleria Gironella di borgo Peranzoni a Macerata, nella frazione di Villa Potenza. Oggi la discussione e la condanna

MACERATA – Con una fascetta da elettricista legò i polsi a una gioielliera, le chiuse la bocca con del nastro adesivo e la chiuse in bagno. Tre anni e sei mesi di reclusione a un 39enne di San Severino. La sentenza di condanna è stata emessa oggi dai giudici del Tribunale di Macerata in composizione collegiale (presidente Roberto Evangelisti) che hanno accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Stefania Ciccioli al termine della requisitoria.

Sul banco degli imputati M.F., un settempedano classe 1981, accusato di rapina aggravata e sequestro di persona. La rapina era stata messa a segno nel pomeriggio del 3 aprile del 2018 alla gioielleria Gironella di borgo Peranzoni a Macerata nella frazione di Villa Potenza. Quel giorno il giovane entrò armato di un lungo coltello da cucina, disse di voler acquistare un regalo, chiese se all’interno del negozio ci fosse un bagno e alla risposta affermativa della donna estrasse l’arma, si fece consegnare i soldi che aveva in cassa (circa 150 euro), le legò i polsi con una fascetta da elettricista, le tappò la bocca con del nastro adesivo e la chiuse in bagno. A quel punto prese non meno di 25 orologi (del valore di 200 euro ciascuno) e scappò.
Sul posto intervennero immediatamente i poliziotti della Squadra Volante che, in giro per dei controlli, sentirono urla e rumori provenire dalla gioielleria. Gli immediati accertamenti condotti dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico consentirono di risalire all’identità del rapinatore in pochissimo tempo.

Il giovane, denunciato, finì poi agli arresti domiciliari e poi a processo. Oggi la discussione e la condanna. Il 39enne era difeso dall’avvocato Paolo Cecchetti.

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Per la Procura avrebbe percepito, senza averne diritto, 11.367 euro di indennità. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019. L’indagine scaturì da una segnalazione alla Guardia di finanza