Macerata

San Severino, ammanchi sul conto del nipote: zio a processo per peculato

L'imputato, un 79enne, era stato nominato amministratore di sostegno del parente. Secondo l'accusa, dal 2012 al 2019 si sarebbe appropriato di circa 45.000 euro

Il tribunale di Macerata

SAN SEVERINO – Si è aperto questa mattina dinanzi ai giudici in composizione collegiale (presidente Roberto Evangelisti) del Tribunale di Macerata il processo a carico di un 79enne originario di San Severino accusato di peculato. Dal 2008 fino a febbraio 2019 l’uomo era stato amministratore di sostegno del nipote, un 59enne con problemi di natura psichica. Secondo l’accusa, oggi sostenuta in aula dal pm Rosanna Buccini, dal novembre del 2012 a gennaio del 2019 si sarebbe appropriato di circa 45.000 euro del nipote, in parte (30.230 euro) prelevandoli senza alcuna giustificazione dai libretti postali e dai conti correnti bancari del parente, in parte (14.800 euro) accreditandoli sul proprio conto corrente senza poi girarli sul conto del nipote nonostante gli fosse stato ordinato dal giudice tutelare del Tribunale di Macerata.

L’avvocato Olindo Dionisi

I fatti sarebbero emersi nel 2018 quando lo zio richiese al giudice tutelare un rimborso per l’assistenza fatta al nipote, il giudice fissò l’udienza ma in quell’occasione il 79enne non avrebbe fornito la documentazione richiesta relativa alle spese sostenute. A febbraio 2019 il giudice revocò l’incarico all’anziano nominando nuovo amministratore di sostegno la direttrice della casa di riposo dove si trovava il 59enne. Fu poi la nuova amministratrice, effettuando gli accessi ai conti del 59enne, a segnalare i presunti ammanchi. I fatti finirono quindi all’attenzione della Procura che delegò mirate indagini.

Oggi dunque si è aperto il processo a carico del 79enne, l’amministratrice si è costituita parte civile con l’avvocato Gabriele Pacini poi l’udienza è stata rinviata al 12 settembre per sentire i primi testi indicati dall’accusa. L’imputato, difeso dall’avvocato Olindo Dionisi respinge gli addebiti. Per la difesa i soldi che l’anziano aveva prelevato dal conto del nipote erano stati tutti destinati all’assistenza del parente.

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