Macerata

Rigopiano, gli avvocati di parte civile: «Inesatte alcune affermazioni. La tragedia poteva essere evitata»

Rigopiano, la nota diffusa da tre avvocati di parte civile dopo le motivazioni della sentenza della Cassazione del 3 dicembre

Rigopiano - striscione Mai Più
Rigopiano, lo striscione "Mai più" (Foto dalla pagina Facebook "Rigopiano, in attesa del Fiore")

Il 18 gennaio del 2017, l’Hotel Rigopiano “Gran Sasso Resort” di Farindola, in provincia di Pescara, venne travolto da un’enorme valanga di neve che uccise 29 persone (solo 11 i sopravvissuti). Tra di loro, due le vittime maceratesi: Emanuele Bonifazi, 31enne di Pioraco e Marco Tanda, 25enne di Castelraimondo. Il primo era receptionist dell’hotel mentre il secondo, era un pilota di aerei Ryanair. Il 13 marzo sono state rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione del 3 dicembre. Alessandro Casoni, Wania della Vigna e Rosanna Polini, avvocati difensori dei familiari di alcune vittime, hanno diffuso una nota con l’obiettivo di puntualizzare: «I familiari delle vittime ci hanno posto molte domande dopo la diffusione di quelle notizie, che obiettivamente non possiamo ritenere corrispondenti al vero rispetto al contenuto della sentenza della Cassazione».

Gli avvocati inoltre hanno aggiunto: «Riteniamo che siano inesatte certe affermazioni secondo cui le indagini della Procura della Repubblica di Pescara sarebbero state completamente errate o sbagliate, suggerendo addirittura la necessità di indagare su ulteriori posizioni. Tali notizie sono totalmente prive di ogni fondamento, foriere di turbamento per i nostri assistiti, già provati dalla dolorosa vicenda. Al contrario, la sentenza della Cassazione censurando le pronunce dei giudici precedenti, focalizzatisi soltanto sull’emergenza, anziché sulla prevenzione, ha pienamente confermato la validità delle indagini svolte, ribadendo un principio fondamentale: la tragedia di Rigopiano poteva essere evitata. Il tutto sintetizzato nella mancata predisposizione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (CLPV)».

«Sottolineiamo come il contenuto della sentenza – hanno aggiunto i legali impegnati nella tragedia di Rigopiano – abbia evidenziato le criticità nella gestione della viabilità provinciale. Il procedimento giudiziario non si conclude qui, ma proseguirà con l’appello bis a Perugia e, potenzialmente, con un ulteriore ricorso in Cassazione e, successivamente, con un eventuale processo civile».

«Come difensori delle parti civili – hanno detto i tre legali nella nota diramata anche dall’Ansa – riteniamo fondamentale perseguire l’accertamento della verità dei fatti e comprendere le cause che hanno portato al decesso di dipendenti e ospiti dell’Hotel. Tuttavia, respingiamo fermamente ogni forma di allarmismo indiscriminato, così come la ricerca di ulteriori soggetti responsabili estranei al processo, non contemplati nei capi d’imputazione della pubblica accusa; poiché, come parti civili, soltanto con essi ci si può regolare nel processo penale».