Macerata

Recanati, cercavano una donna ma trovarono un piccolo bazar della droga: pakistano condannato

Tutto era partito dalla segnalazione di una ragazza che non riusciva più a contattare la mamma. La donna era fidanzata con l'extracomunitario che vive nella citta leopardiana e lì erano andati i carabinieri della Compagnia di Ancona

Il tribunale di Macerata

RECANATI – Quando i carabinieri erano entrati in casa dell’extracomunitario cercavano una donna, ma l’atteggiamento dello straniero – che poi aveva accompagnato i militari in un’altra abitazione – era sembrato piuttosto sospetto, come se volesse nascondere qualcosa, così, dopo aver appurato che la donna stesse bene, erano tornati nell’appartamento e avevano effettuato una perquisizione, a quel punto spuntarono fuori cocaina, eroina e hashish. Era luglio. Oggi il pakistano, un 33enne domiciliato a Recanati, è stato condannato a quattro anni di reclusione, la Procura ne aveva chiesti nove.

L’avvocato Vanni Vecchioli

Tutto, dunque, era partito con una denuncia di scomparsa fatta da una ragazza. La giovane si era presentata dai militari della Compagnia di Ancona preoccupata perché aveva perso ogni contatto con la mamma, in quella circostanza fornì tutte le informazioni che potessero essere utili agli investigatori, tra queste anche il fatto che la mamma era fidanzata con un pakistano che viveva nella città leopardiana. Ed era stato quello il primo posto dove i militari avevano cercato. La donna però in quell’abitazione non c’era. C’era invece l’extracomunitario che inizialmente aveva tentato di impedire ai militari di entrare, ma senza esito. Una volta entrati, il 33enne aveva detto ai carabinieri che la fidanzata era altrove e li aveva accompagnati in un’altra casa. Appurato che la donna stesse bene, i militari del Norm – Sezione Radiomobile del capoluogo dorico e della Stazione di Ancona Centro rientrarono nell’appartamento dove viveva il pakistano ed effettuarono una perquisizione trovando circa 50 grammi di cocaina, poco meno di 20 grammi di eroina e 15 grammi di hashish.

Portato in caserma, dopo le formalità di rito, fu condotto in carcere a Montacuto. Il giorno della convalida dell’arresto il pakistano si difese dicendo di non saperne nulla della droga, che probabilmente era di un connazionale che saltuariamente ospitava a casa. Lui, che aveva già diversi precedenti per droga, aveva detto di aver smesso di spacciare e di guadagnarsi da vivere facendo lavori saltuari tra cui quello di volantinaggio. Chiuse le indagini, il pubblico ministero Rita Barbieri chiese il giudizio immediato e oggi, il processo è stato discusso: il pm ha chiesto la condanna a nove anni di reclusione, il giudice Daniela Bellesi lo ha condannato a quattro anni. L’imputato era difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli. 

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