Macerata

Macerata, punta un mattarello contro l’ufficiale giudiziario: 76enne patteggia

L'anziana era accusata di resistenza a pubblico ufficiale e minaccia. Con un coltello in mano aveva urlato all'ex avvocato del figlio: «Ti ammazzo»

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Impugna un mattarello di 90 centimetri e urla contro l’ufficiale giudiziario che doveva eseguire un pignoramento mobiliare, poi se la prende con il creditore, l’ex avvocato del figlio: «Ti ammazzo», gli grida mostrando al professionista un coltello con una lama da 20 centimetri. Ieri una 76enne maceratese ha patteggiato la pena di tre mesi di reclusione beneficiando della sospensione condizionale. Le accuse contestate erano resistenza a pubblico ufficiale e minaccia.

I fatti finiti al centro del procedimento chiuso ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, e al pubblico ministero Claudio Rastrelli, risalgono allo scorso anno. Era il 16 gennaio del 2020 quando a casa dell’anziana si presentarono un ufficiale giudiziario in servizio all’Unep (l’Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti) del Tribunale maceratese e un avvocato del foro di Macerata per eseguire un pignoramento mobiliare. Il professionista infatti in passato aveva assistito il figlio della 76enne e per quella prestazione legale doveva riscuotere 2.000 euro di parcella che però il cliente non gli aveva mai corrisposto. Così, dopo diversi solleciti, il legale era passato per la via del pignoramento.

Al momento dell’accesso però l’ex cliente del legale non c’era, c’era invece l’anziana madre che quando ha avuto contezza del motivo della presenza dei due uomini ha reagito con malcelato nervosismo. Prima ha impugnato un mattarello lungo 90 centimetri e ha iniziato a urlare contro l’ufficiale giudiziario (condotta che le è costata l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale), poi alla vista dell’ex avvocato del figlio ha preso un coltello con una lama di 20 centimetri e con l’arma in mano si è rivolta al legale ripetendo più volte: «Ti ammazzo» (di qui il reato di minaccia).
Infine dunque il patteggiamento a tre mesi di reclusione, pena sospesa.

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