Macerata

«Posso clonare i soldi», vittima consegna 102.000 euro. Aperto il processo per truffa a Macerata

I fatti risalgono al 2019. L'imputato avrebbe assicurato di essere in grado di duplicare le banconote attraverso un particolare procedimento chimico

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Si è aperto oggi in tribunale a Macerata il processo a carico di un camerunense di 46 anni residente in un comune del Nord Italia accusato di truffa, consumata e tentata, e lesioni. I fatti finiti al centro del procedimento incardinato dinanzi al giudice Domenico Potetti e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo risalgono al 2019. Secondo la ricostruzione accusatoria a novembre di quell’anno l’imputato avrebbe convinto uno straniero che vive a Macerata di essere in grado di clonare banconote da 50 fino a 500 euro attraverso un procedimento chimico, usando acidi e solventi particolari, duplicandone così il valore. Con questa illusione sarebbe riuscito a farsi consegnare in più tranche 102.000 euro in contanti. Poi però ne avrebbe chiesti altri 38.000 e a quel punto lo straniero lo avrebbe invitato a raggiungerlo a casa. I due si erano dati appuntamento per la mattina del 15 dicembre 2019. Quel giorno il camerunense salì nell’appartamento della vittima con diversi materiali, acidi, vaschette contenenti liquidi, una polvere bianca e un coltello lungo 20 centimetri.

Secondo la ricostruzione accusatoria tra i due sarebbe scoppiata un’accesa discussione culminata in una colluttazione all’esito della quale lo straniero che vive a Macerata avrebbe riportato una ferita all’interno della mano provocata da un coltello e una contusione alla caviglia. Sul posto arrivarono polizia e 118, i sanitari trasportarono i due feriti, il camerunense e lo straniero, in ospedale, poi entrambi andarono in questura e all’esito degli accertamenti il camerunense fu arrestato. Il giorno della convalida però l’extracomunitario negò di aver ferito la controparte. Anzi, affermò di essere stato aggredito da quattro persone che lo avrebbero lasciato solo quando era intervenuta una condomina richiamata dalle urla. Oggi, l’udienza è stata rinviata al prossimo 21 febbraio per iniziare a sentire i primi testimoni. L’imputato è difeso dall’avvocato Giacomo Curzi del foro di Ancona.

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