Macerata

Pioraco, risparmi spariti: nei guai una coppia di consulenti finanziari

Marito e moglie, di 67 e 61 anni, devono rispondere di appropriazione indebita. Sono accusati di essersi appropriati di 55mila euro di padre e figlia matelicesi. Disposta una perizia psichiatrica

PIORACO – Una coppia di consulenti finanziari di Pioraco è accusata di appropriazione indebita di 55.000 euro. La vicenda questa mattina 23 marzo è finita all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Giovanni Maria Manzoni, e del pubblico ministero Rosanna Buccini e il gup ha disposto una perizia psichiatrica sull’uomo per accertare la sua capacità di stare a processo. L’udienza è stata quindi rinviata al prossimo 25 maggio per l’affidamento dell’incarico.

L’avvocato Gian Marco Russo

La coppia, marito e moglie di 67 e 61 anni, fino a qualche anno fa era titolare di un’agenzia con sede a Castelraimondo, subagente di una compagnia assicurativa. L’indagine a loro carico era partita dopo la denuncia presentata da due matelicesi, padre e figlia, che avevano consegnato in totale circa 55mila euro di risparmi al 67enne per essere investiti in polizze.

Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Stefania Ciccioli, titolare del fascicolo, moglie e marito avrebbero utilizzato quei soldi per altri scopi. Le denunce risalgono a ottobre del 2020. Come riferito all’autorità giudiziaria, la figlia da anni conosceva il 67enne, in passato le aveva fornito polizze Rc auto e poi servizi assicurativi, col tempo si era creato un rapporto di fiducia assoluto tanto che la donna gli aveva consegnato anche i risparmi del figlio ancora minorenne per garantire al ragazzo un tesoretto per il suo futuro. Dal 2013 la matelicese consegnò dapprima la somma di 2mila 300 euro, frutto dei regali che parenti e amici avevano fatto al figlio in occasione della sua comunione poi, a distanza di anni, altri 4mila 200 euro che il figlio aveva messo da parte grazie ai regali avuti soprattutto in occasione delle festività.

Nel tempo il consulente avrebbe rassicurato la donna sul buon andamento degli investimenti tanto che lei si era convinta a consegnarli altri 17mila euro per una polizza vita a suo nome, fino ad arrivare alla somma finale di 25mia euro di investimenti. Successivamente anche il padre di lei si era convinto a sottoscrivere delle polizze, consegnando circa 30mila euro. Un giorno però la figlia venne a sapere dalla madre che il consulente finanziario aveva consegnato al padre due assegni rimasti impagati e, insospettita, aveva cercato di avere riscontri degli investimenti dal 67enne che, invece, avrebbe iniziato a prendere tempo. Nel frattempo la donna aveva saputo da due colleghe di lavoro che a Pioraco giravano voci non confortanti sul consulente e, a quel punto, con il padre era andata all’agenzia di Camerino per controllare. Era stato a quel punto che aveva scoperto che non c’era neppure una delle polizze a loro riconducibili. Ne seguì la denuncia. Questa mattina padre e figlia si sono costituiti parte civile con l’avvocato Gian Marco Russo, l’udienza è stata rinviata al 25 maggio. I coniugi sono difesi dall’avvocato Giovanni Braconi.

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