Macerata

Pioraco, ricostruzione del quartiere Madonnetta: al vaglio le soluzioni dell’indagine dell’Univpm

«Come Comune stiamo facendo il massimo per risolvere questa problematica e dare un futuro alle tante famiglie che abitano nella zona» ha detto il sindaco Matteo Cicconi

Il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi
Il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi

PIORACO – Venerdì 20 novembre, alla presenza dei rappresentanti della struttura commissariale, dei tecnici dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, dell’amministrazione comunale di Pioraco e dei professionisti incaricati dai privati residenti nel quartiere, si è tenuta in modalità telematica una riunione nella quale l’Università politecnica delle Marche ha illustrato i primi risultati della campagna di indagini e di studi che sta volgendo al termine e che riguarda il quartiere Madonnetta di Pioraco.

La problematica che coinvolge la zona del comune montano è complessa e duplice. Il primo aspetto è legato alla natura geologica del terreno in quanto il quartiere, che insiste su depositi alluvionali del fiume Potenza messi in posto da fenomeni di sovralluvionamento recenti, risulta interessato da fenomeni di subsidenza dei terreni di fondazione che coinvolgono numerosi fabbricati e le stesse infrastrutture. Già dal 1998, dopo il terremoto Marche-Umbria del 1997, il quartiere Madonnette è stato oggetto di monitoraggio geotecnico. A seguito della crisi simica del 2016 gli immobili costruiti in quella zona nel secolo scorso hanno riscontrato danni gravi sicuramente aggravati dai problemi di origine geologica.

Il secondo aspetto è quello legato all’impossibilità per il Comune di Pioraco di trovare un’area sufficientemente grande per delocalizzare l’intero quartiere. Internamente all’area perimetrata infatti si trovano 11 condomini, di cui 10 inagibili con danno grave per un totale di 105 unità immobiliari di cui 69 ad uso residenziale, il resto ad uso rimesse e garage. I nuclei familiari lì residenti, al momento del sisma 2016, risultano essere 54 per un totale di 113 abitanti.

«Come Comune stiamo facendo il massimo per risolvere questa problematica e dare un futuro alle tante famiglie che abitano nel quartiere Madonnette dato che rappresentano una fetta importantissima di Pioraco – ha detto il primo cittadino Matteo Cicconi -. Inoltre dal punto di vista sociale è nostro dovere dare loro una strada e un futuro; speriamo di trovare lo strumento amministrativo e tecnico per avvicinarci il prima possibile a un percorso di ricostruzione».

Dai primi dati emersi l’Università Politecnica delle Marche sostiene che comunque sia possibile la ricostruzione in loco degli edifici danneggiati, previa la loro demolizione, attraverso ad esempio la realizzazione di strutture intelaiate in cemento armato con fondazioni del tipo continuo a platea ma comunque in ogni caso per un’altezza massima di tre piani fuori terra. Ciò comporterebbe comunque una parziale delocalizzazione della “volumetria” non ricostruibile in loco. L’amministrazione si è resa da subito disponibile a cercare una soluzione alternativa per gli alloggi ERAP magari individuando degli immobili privati in centro storico da poter acquistare e destinare alla residenza pubblica. I professionisti incaricati sonderanno anche la disponibilità dei privati coinvolti di una eventuale delocalizzazione degli immobili sempre in ambito comunale. Nel giro dei prossimi due mesi le indagini dovrebbero essere concluse e si avranno i risultati definitivi di questa approfondita campagna di studi.

Proprio nella serata di venerdì, alla luce dell’imminente approvazione dell’ordinanza 110, il comune di Pioraco insieme agli altri comuni del cratere ha partecipato a un ulteriore incontro tecnico con il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Giovanni Legnini e il direttore dell’USR in merito all’utilizzo Piani Speciali di Recupero come strumento efficace per superare le problematiche legate alla ricostruzione.

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