Macerata

L’ospedale di Camerino rimane covid-free. Nuovo modulo alla maxi terapia intensiva di Civitanova

Ad annunciarlo l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Il direttore dell’Asur regionale Nadia Storti spiega l'apertura del modulo "misto" nella struttura civitanovese

Covid hospital
I moduli del Covid hospital di Civitanova

MACERATA – L’ospedale di Camerino non sarà riconvertito in presidio covid. A breve l’apertura di un nuovo modulo alla maxi terapia intensiva di Civitanova per aumentare i posti letto. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini.

«Stando alle linee del Piano Pandemico – ha detto l’assessore alla Sanità – in questa fase ci siamo trovati di fronte all’opzione di dover decidere se riconvertire l’ospedale di Camerino in presidio di riferimento covid. D’accordo con l’intera Giunta, riteniamo impraticabile l’idea di svestire il territorio montano colpito dal sisma del suo presidio sanitario di riferimento. Conosciamo le difficili condizioni in cui vivono i nostri concittadini nelle aree interne terremotate, che già a marzo hanno sacrificato con solidarietà i propri servizi sanitari ordinari per fronteggiare la pandemia e che in questo momento non possono essere ulteriormente penalizzati».

Proprio per questo la Giunta regionale ha deciso di aprire un nuovo modulo del covid-hospital di Civitanova con la cooperazione del personale proveniente dal presidio sanitario della città ducale. «Resteranno garantite le attività del Pronto Soccorso – ha concluso Saltamartini – tutti gli interventi urgenti, la gestione ordinaria della rianimazione, mentre per quelli programmati si dovrà provvedere a una riduzione conforme. Quello di Camerino è un presidio sanitario territoriale che oggi rappresenta, ancora di più, un presidio sociale fondamentale per la tenuta della comunità terremotata».

Anche il direttore dell’Asur regionale Nadia Storti ha spiegato che la volontà è quella di «garantire che i presidi non-Covid rimangano tali e quindi si provvederà all’apertura del modulo “misto” in cui ci saranno pazienti di terapia intensiva e semi intensiva di modo da poter dare una risposta immediata nell’eventualità di un aggravamento del quadro clinico dei ricoverati».

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