Macerata

Omicidio di Pamela Mastropietro, la Procura chiede l’archiviazione dell’indagine sui complici di Oseghale

La richiesta è stata notificata anche ai familiari della 18enne romana uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio del 2018 a Macerata che, tramite il loro legale hanno presentato opposizione

MACERATA – Non ci sarebbero elementi a loro carico, la Procura generale di Ancona chiede l’archiviazione nei confronti di due extracomunitari di cui inizialmente era stato ipotizzato un coinvolgimento nell’omicidio di Pamela Mastropietro. La richiesta è stata notificata anche ai familiari della 18enne romana uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio del 2018 a Macerata che, tramite il loro legale (e zio materno di Pamela) Marco Verni, hanno presentato opposizione. Una volta fissata l’udienza dinanzi al gip del Tribunale di Macerata le parti saranno chiamate a discutere in camera di consiglio. L’indagine è la terza ad oggi aperta per accertare il coinvolgimento di eventuali complici del nigeriano Innocent Oseghale (condannato all’ergastolo, ma non in via definitiva, lo scorso febbraio i giudici di Cassazione hanno disposto l’appello bis per accertare la sussistenza dell’aggravante della violenza sessuale, ndr) nell’omicidio di Pamela Mastropietro. Le altre si sono concluse tutte con l’archiviazione.

La prima fu quella avviata dalla Procura di Macerata subito dopo il delitto. Furono indagati due connazionali di Oseghale, ma all’esito degli accertamenti la Procura, non rilevando elementi a loro carico, chiese l’archiviazione. Era il 2019. I familiari di Pamela presentarono istanza di opposizione solo per la posizione di uno dei due ritenendo che ci fossero ancora coni d’ombra sulla sua possibile partecipazione al delitto. Dopo la discussione il gip concluse con l’archiviazione. Il giudice ritenne che i Ris avevano eseguito accertamenti completi su Dna e impronte che escludevano il coinvolgimento di entrambi gli indagati. Non solo. In merito alla richiesta dei familiari di Pamela di ulteriori accertamenti sulla “mafia nigeriana”, il giudice ritenne che non ce fosse necessità dal momento che non ci sarebbero stati concreti elementi a carico degli indagati su un’eventuale affiliazione all’organizzazione criminale denominata “mafia nigeriana”. Si chiuse con un’archiviazione anche l’indagine a carico di un terzo nigeriano che fu ritenuto, non solo dalla Procura ma anche dal gip, non perseguibile per assenza di prove significative a suo carico.

Il terzo fascicolo, questa volta a carico di ignoti, fu aperto sempre dalla Procura maceratese, sempre per l’ipotesi di reato di concorso in omicidio, dopo un sopralluogo effettuato nell’appartamento di via Spalato dove avvenne il delitto, prima della restituzione al proprietario. In quella circostanza furono trovati tre oggetti, tra cui un bigliettino di un tassista, sui quali i familiari di Pamela avevano chiesto venissero svolti accertamenti. La Procura affidò l’incarico ai Ris e gli accertamenti diedero esito negativo. A seguito di quella relazione la Procura chiese l’archiviazione, l’avvocato Verni presentò opposizione inviando parallelamente una memoria alla Procura generale. Prima della discussione la Procura generale avocò a sé il fascicolo affidando al Ros di Ancona l’incarico di eseguire ulteriori accertamenti. Nel registro degli indagati finirono due extracomunitari ma al termine degli accertamenti, anche la Procura generale dorica ha chiesto l’archiviazione. Dopo l’opposizione dei familiari dovrà essere fissata l’udienza dinanzi al gip di Macerata.

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