Macerata

Tre chiamate alle amiche prima di essere uccisa. Dal telefono di Rosina Carsetti emergono nuovi indizi

Due telefonate senza risposta, al vaglio la terza di circa 12 secondi. Il 5 febbraio iniziano a Roma gli accertamenti irripetibili dei Ris sui reperti sequestrati e i campioni di materiale biologico estratti dalle unghie della casalinga 78enne di Montecassiano

Il sopralluogo nella villetta di Montecassiano

MACERATA – Una settimana fa si era parlato di una telefonata fatta da Rosina Carsetti pochi minuti prima delle 17 e rimasta senza risposta, ora, con il prosieguo delle indagini, emergono ulteriori particolari sui momenti precedenti alla morte della casalinga 78enne di Montecassiano uccisa, strangolata, il pomeriggio della vigilia di Natale. I nuovi dettagli affiorano dall’analisi dei tabulati del telefono in uso alla vittima.

Procuratore Giovanni Giorgio e tenente colonnello Nicola Candido
Il procuratore Giovanni Giorgio

Da quanto accertato dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dal sostituto Vincenzo Carusi, Rosina prima delle ore 17 del 24 dicembre scorso avrebbe effettuato tre chiamate a pochi minuti l’una dall’altra a tre persone diverse, quasi certamente tre amiche, ma sembra che nessuno abbia risposto. L’ultimo tentativo di contattare qualcuno Rosina lo avrebbe fatto alle 16.57. Per due delle tre telefonate gli inquirenti non hanno dubbi, il telefono squillò invano, sulla terza telefonata invece sono in corso ulteriori accertamenti. È probabile che anche per questa nessuno abbia risposto, ma è una circostanza che va approfondita. La chiamata avrebbe avuto una durata di 10-12 secondi, compatibile sia con una conversazione molto breve, sia con una chiamata senza risposta per la quale si sarebbe attivata la segreteria telefonica.

Le ciabatte che il rapinatore avrebbe sfilato ad Arianna Orazi

Ma perché Rosina avrebbe provato a chiamare tre persone diverse a così pochi minuti di distanza? Si sentiva forse in pericolo? E se è così, perché non ha chiamato il 112 o il 113? Lo scorso novembre Rosina Carsetti aveva richiesto l’intervento dei carabinieri a seguito di un diverbio con il nipote, Enea Simonetti, ma quando i militari intervennero tutto si risolse con un nulla di fatto. Il 19 dicembre era poi andata al centro antiviolenza Sos donna di Macerata per avere un consiglio su criticità che avrebbe vissuto in casa, ma anche in quel caso sembra che non avesse avuto l’intenzione di sporgere una formale denuncia. Ma allora perché quelle chiamate poco prima delle 17? Di certo c’è che il medico legale Roberto Scendoni ha collocato la morte di Rosina tra le 16.30 e le 18.30 e le tre chiamate potrebbero essere interpretate come un estremo tentativo di chiedere aiuto. Oppure una coincidenza.

Intanto però le indagini proseguono, il prossimo 5 febbraio a Roma inizieranno gli accertamenti irripetibili dei Ris richiesti dalla procura sui reperti posti sotto sequestro, a partire dai 2.000 euro ritrovati nella borsa della figlia della vittima, Arianna Orazi, per verificare se vi siano impronte di Rosina. Quei soldi (stesso importo che il rapinatore di cui parlano i familiari, la figlia, il marito della 78enne, Enrico Orazi, e il nipote Enea, avrebbe portato via dall’abitazione dopo aver ucciso la 78enne, ndr) per i familiari sarebbero parte del ricavato dalla vendita di una moto di Enea che avrebbe fruttato sui 4.000 euro o poco più.

Gli avvocati Netti e Romagnoli

I militari del Reparto investigazioni scientifiche dovranno effettuare analisi anche sui campioni di materiale biologico estratto dalle unghie di Rosina e sui tamponi facciali della vittima, sui cavi degli aspirapolveri con cui sarebbero stati legati padre e figlia dal rapinatore, i due calzini di Arianna che il malvivente avrebbe infilato in bocca a padre e figlia per non farli urlare e poi cassetti e poco altro. Agli accertamenti parteciperanno anche i legali dei familiari, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli e un loro consulente che verrà nominato a breve. Oggi invece il consulente della procura, l’analista forense Luca Russo, dovrebbe depositare nell’ufficio al quarto piano del palazzo di giustizia una relazione preliminare dell’analisi effettuata su telefoni e tablet dei familiari di Rosina (indagati per omicidio) e sulle telecamere che si trovano nelle vicinanze della villetta di via Pertini a Montecassiano teatro dell’omicidio.

L’analista forense Luca Russo

Ieri al consulente Russo è stato conferito l’incarico per effettuare ulteriori analisi sul computer sequestrato nel negozio di autoricambi a Macerata di Arianna Orazi e su due computer e due tablet sequestrati nella villetta in cui ieri è stato eseguito un ulteriore accesso. Il consulente tecnico Andrea Violoni e l’ausiliario Marco Tirabassi hanno ispezionato la portafinestra della cucina dalla quale, per i familiari, sarebbe entrato il ladro che poi ha ucciso Rosina. Per la Scientifica di Ancona i segni rilevati non sarebbero compatibili con un’azione di effrazione ma la procura ha disposto l’ulteriore accertamento per scrupolo.

All’ispezione erano presenti anche il consulente della difesa, l’ingegnere Simone Guaitini, e i legali Netti e Romagnoli. «Se il consulente della procura – ha commentato l’avvocato Netti – resterà sulla linea adottata dalla Scientifica, ovvero che i segni sono quelli dell’usura e non dell’effrazione, ci sono enormi spazi per smontare la loro ricostruzione e queste cose le faremo in dibattimento».

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