Macerata

Montecosaro, sequestrò in casa il padre 84enne: la Procura chiede il giudizio immediato

L'uomo, un 50enne di Civitanova, dovrà risponde anche di lesioni all'anziano, ai carabinieri e resistenza a pubblico ufficiale. Per questi reati è stato chiesto il rinvio a giudizio

Il tribunale di Macerata

MONTECOSARO – Aveva costretto il padre 84enne a stare seduto su una sedia provocandogli dei tagli sul capo e sul corpo con un coltello e una mannaia che aveva in mano. L’odissea per l’anziano era durata circa due ore in cui il figlio 50enne (di Civitanova) aveva agito con una furia incontenibile alimentata da ripetute assunzioni di cocaina avvenute anche durante le trattative con i carabinieri sopraggiunti nell’immediatezza. Poi il blitz in casa nel corso del quale i militari avevano bloccato l’uomo non senza riportare ferite con due scariche di Taser. Era la notte del 9 giugno scorso. Adesso il sostituto procuratore Claudio Rastrelli, titolare del fascicolo, ha chiesto il giudizio immediato per il 50enne per il reato di sequestro di persona. Parallelamente la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per gli altri reati contestati: le lesioni all’anziano padre, le lesioni ai carabinieri e la resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo al momento è ancora detenuto in carcere per questi fatti.

Era quasi mezzanotte quando il 50enne aveva chiamato il suo legale Simone Santoro che in passato lo aveva seguito dicendogli che avrebbe ammazzato il padre. L’avvocato aveva cercato di tranquillizzarlo dicendogli che a minuti lo avrebbe raggiunto, nel frattempo aveva allertato i carabinieri. Sul posto si erano precipitati i carabinieri della locale Stazione con il comandante Andrea D’Orazio, raggiunti poi dai colleghi del Radiomobile di Civitanova e del Radiomobile di Macerata, questi ultimi dotati di Taser da poche settimane. Anche il comandante provinciale, il colonnello Nicola Candido, era intervenuto sul posto, così come i vigili del fuoco e i sanitari del 118. La trattativa con il 50enne era andata avanti per ore e parte del terrore vissuto dall’anziano era stato registrato dai militari con i cellulari. Dall’esterno si sentivano le grida del padre: «Aiutatemi, non fatemi morire». Poi l’irruzione.

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