Macerata

Montecosaro, la denuncia dello Spi Cgil: «No all’aumento della retta della casa di riposo»

Stefano Tordini, segretario provinciale dello Spi-Cgil, sull'aumento di 100 euro previsto per le rette all'Opera Pia Antonio Gatti. «Non si può scaricare tutto sulle famiglie»

MONTECOSARO – «No all’aumento della retta nella casa di riposo». Ferma presa di posizione da parte di Stefano Tordini, segretario provinciale dello Spi-Cgil, contro l’annunciato aumento di 100 euro (dal prossimo anno) per le rette della casa di riposo “Opera Pia Antonio Gatti”. «Le motivazioni addotte vengono individuate solo in maniera generica al Covid e vengono in seguito precisate le spese del personale e l’aumento delle bollette di energia elettrica e gas metano – spiega Tordini -. Sappiamo certo che gli enti gestori delle Rsa e delle Residenze protette sono in difficoltà per i maggiori costi, stimati in circa in cinque euro al giorno per ospite, derivanti dalle misure di sicurezza intraprese ormai da tempo per fare in modo da prevenire l’infezione da SARS COV2».

I sindacati chiamano in causa anche la Regione. «Abbiamo già denunciato, come sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che la Regione Marche non abbia ancora né previsto né provveduto ad elargire ristori per il 2021 per questi enti gestori delle strutturare residenziali socio sanitarie che ospitano anziani non autosufficienti e disabili, cosi come non viene sostanzialmente applicata la normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza ai servizi socio sanitari che prevede che le rette in capo agli utenti coprano il 50% della tariffa totale. Come si può rilevare solo dai giornali – aggiunge Tordini -, sembrerebbe che nel bilancio di previsione regionale ci siano delle risorse (circa 10 milioni di euro) per i ristori agli enti gestori. Chiediamo dunque che si receda da questa ingiustificata e inappropriata richiesta di aumento della retta in attesa e che si chiarisca il prima possibile il problema a livello regionale. Noi continueremo a chiedere alla Regione un confronto su questo tema e sulle tematiche socio sanitarie e assistenziali in genere portando questi contenuti anche ai sindaci che sono l’autorità sanitaria locale. È inaccettabile che l’aggravarsi delle problematiche e delle difficoltà economiche comprensibili di queste aziende di servizi alla persona si scarichino “tout court” – vale adire in modo secco e deciso – esclusivamente sulle famiglie degli ospiti e sulle loro condizioni altrettanto e maggiormente avverse».

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