Macerata

Montecassiano: nuova fabbrica a Valle Cascia, il Tar respinge il ricorso dei residenti. «È infondato»

Il cantiere è partito lo scorso anno. Il sindaco Catena: «Confermata la correttezza dell’operato e gli scarsi poteri del primo cittadino in materia. Contro di me feroci attacchi personali»

Leonardo Catena

MONTECASSIANO – «Il ricorso è infondato e deve quindi essere respinto». Così i giudici della Prima sezione del Tribunale amministrativo regionale che si sono espressi sul ricorso presentato da alcuni residenti di Valle Cascia preoccupati per la realizzazione di una fabbrica per la produzione di tubi in pvc nella frazione.

Nel ricorso, i residenti avevano contestato le modalità di rilascio dei pareri degli enti coinvolti alle ditte che avevano richiesto il Titolo unico di autorizzazione (Tua) e l’Autorizzazione unica ambientale (Aua) e una serie di presunte violazioni. Secondo loro, inoltre, non «sarebbe stata considerata la complessità della situazione ambientale, sanitaria, edilizia e urbanistica della frazione di Valle Cascia». Ma il ricorso, in cui si sono costituiti il Comune di Montecassiano con l’avvocato Cinzia Cioverchia, la Provincia, il Ministero dell’Interno, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e le imprese 2 Star srl, Rr Italia spa e Centro Tubi Italia srl, è stato ritenuto infondato dai giudici.

La mobilitazione dei residenti era partita lo scorso anno quando, a settembre in un terreno poco distante dell’ex fornace Smorlesi, sono stati avviati i primi lavori per la realizzazione di un ditta per la produzione di tubi in pvc. Il cantiere si dovrebbe chiudere entro dicembre 2021 e il costo previsto per i lavori è di un milione 250mila euro. Ma la vicenda affonda le sue radici nel 1981 quando il terreno è passato da agricolo a industriale.

Sempre lo scorso anno i cittadini si sono costituiti in un comitato “Valle Cascia che verrà” per dare voce alla loro preoccupazione, sottolineando in particolare la vicinanza con le abitazioni e con un fosso che spesso straripa. E più volte hanno chiesto aiuto al sindaco, sollecitandolo a stare dalla loro parte. Ad ottobre scorso, una delegazione del comitato era stata anche ricevuta da Catena nella sala del consiglio comunale e il sindaco aveva spiegato ai cittadini che l’azienda a fatto tutto secondo le procedure.

E, anche il Tar adesso ha confermato questa linea, tanto che i giudici nella sentenza hanno evidenziato che «i poteri del sindaco in materia sanitaria sono concessi per adottare provvedimenti urgenti tutte le volte che vi sia una situazione critica sul piano sanitario che venga accertata da un organo tecnicamente competente. Non rientra, invece, fra le sue competenze quella di rilasciare pareri preventivi circa la compatibilità con le norme esistenti a tutela ambientale di un nuovo impianto produttivo – scrivono ancora i giudici – diversamente opinando tale parere si verrebbe a sovrapporre a quelli della Asl e delle Agenzie ambientali senza che il sindaco disponga di strutture amministrative aventi la competenza tecnica per la formulazione del parere».

Una soddisfazione per il sindaco Catena che, risponde con un atto concreto agli attacchi che racconta gli sono arrivati addosso nell’ultimo anno. «Ho subìto in silenzio ingiustificati e offensivi attacchi personali da parte di alcuni – pochi a dire il vero – concittadini, ma anche da parte di quei consiglieri di opposizione che hanno barbaramente cercato di speculare su una vicenda col solo intento di gettare fango su chi li aveva sconfitti sonoramente alle elezioni. Un gruppo di concittadini ha legittimamente fatto ricorso al Tar motivando anche, tra le altre contestazioni, il mancato coinvolgimento del sindaco “in quanto dotato di rilevanti poteri in materia sanitaria”. Tuttavia, la sentenza del Tar non solo ha chiarito che la procedura amministrativa è stata correttamente istruita e conclusa dal responsabile del Suap, ma anche che i poteri del sindaco in materia sanitaria sono “concessi per adottare provvedimenti urgenti in situazioni critiche sul piano sanitario accertate da un organo tecnicamente competente”. Questa vicenda – conclude il sindaco – ci insegna che le menzogne non portano lontano e che bisogna avere la pazienza di attendere che la verità venga a galla. Non dovrebbero forse scusarsi quei consiglieri comunali che mi accusavano? Con la solita strategia del gettare fango sul sindaco vi ritrovate con la verità che mette in luce tutta la vostra incompetenza. La verità batte la strategia dell’odio».

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