Macerata

Monte San Giusto, denunciato dalla moglie ma è innocente: assolto

Un 26enne era accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Prodotti foto e video hard che lei gli avrebbe inviato. Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti in Procura per calunnia

Il tribunale di Macerata

MONTE SAN GIUSTO – Dopo la denuncia della moglie si era aperto a suo carico un fascicolo per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Ma lui, un impiegato 26enne di Monte San Giusto, aveva sempre rigettato gli addebiti sostenendo di non aver fatto mai nulla delle cose che gli venivano contestate: «Non è vero niente di quello che ha raccontato, era lei a mandarmi foto e video erotici». Ieri, nell’udienza preliminare a suo carico è stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”, ma non solo. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti in Procura per valutare la sussistenza del reato di calunnia da parte della donna. Il 26enne, all’uscita del Tribunale di Macerata si è sfogato: «La giustizia c’è, per me è finito un incubo. Io spero che quello che è successo a me non capiti ad altri, mi ha massacrato psicologicamente questa situazione. Adesso voglio pensare a recuperare il rapporto con mia figlia».

Gli avvocati Giada Micucci e Simone Santoro

I fatti che venivano contestati al giovane sangiustese risalgono al periodo compreso tra gennaio del 2018 e settembre del 2019, in quei mesi, in base a quanto denunciato dall’allora moglie, il coniuge l’avrebbe maltrattata in più occasioni anche davanti alla loro figlia minorenne sia verbalmente sia fisicamente. L’avrebbe denigrata e sminuita come donna, madre e moglie, e l’avrebbe aggredita e percossa costringendola a vivere in uno stato di continua tensione e prostrazione psicologica. E ancora, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali indesiderati nonostante avesse manifestato il proprio dissenso. Il giovane aveva sin dall’inizio rigettato queste accuse fornendo una versione diametralmente opposta: non solo non le avrebbe impedito di svolgere attività sportive, culturali, di svago o di uscire con le amiche, ma anzi, l’avrebbe invitata più volte a cercarsi un lavoro, anche part time, per contribuire alle spese di gestione familiare. I difensori, gli avvocati Simone Santoro e Giada Micucci, avevano prodotto una memoria difensiva allegando foto e video di carattere sessuale che la moglie avrebbe inviato al marito nel periodo in cui sarebbero avvenuti i maltrattamenti denunciati.

Sulla scorta delle indagini difensive effettuate, il pubblico ministero Stefania Ciccioli ieri ha chiesto l’assoluzione dell’imputato con la formula dubitativa, ma il gup Claudio Bonifazi ha assolto il 26enne con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, disponendo la trasmissione degli atti in Procura per valutare l’eventuale reato di calunnia nei confronti della denunciante.

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