Macerata

“Il mistero De Rothschild – Le verità dietro il giallo dei Sibillini”, l’autore: «Il geometra Venanzi la fonte più importante del libro»

«La riapertura del caso è stata l'occasione per mandare in stampa il libro che era pronto da un paio d’anni», così l'autore, Francesco Torresi

Francesco Torresi
Francesco Torresi

CALDAROLA – Francesco Torresi è un insegnante di Lettere originario di Sarnano che ormai da anni vive in Veneto, a Bassano del Grappa. Nonostante ciò, ha pubblicato un libro “Il mistero De Rothschild – Le verità dietro il giallo dei Sibillini”, nel quale approfondisce il caso mai risolto avvenuto 44 anni fa. L’autore dello scritto ha ripercorso le indagini, le testimonianze e i collegamenti con altri casi internazionali che potrebbero essere legati a questo giallo irrisolto, dalla scomparsa delle due donne – Jeannette May De Rotschild e la sua segretaria Gabriella Guerini – il 29 novembre 1980 al ritrovamento dei loro corpi il 27 gennaio 1982. Questa tragedia è tornata alla ribalta grazie alla riapertura dell’indagine da parte della Procura di Macerata lo scorso novembre. Francesco Torresi ha presentato il suo libro presso la biblioteca comunale e scolastica De Magistris di Caldarola. 

Francesco, come è nata la tua passione per la scrittura? 

«Ascoltare storie e raccontarle è sempre stato per me un grande piacere. La passione per la scrittura è nata sui banchi di scuola, l’ho esercitata collaborando, da ragazzo, con quotidiani e riviste, e l’ho rimessa in moto da qualche anno con alcuni racconti, rimasti ancora nel cassetto, e un libro sulla mia avventura da allenatore dilettante di calcio a 5, regalato ad amici e conoscenti. A fine anno poi l’uscita di questo mio primo libro “ufficiale” sul caso De Rotschild».

Sei l’autore del libro “Il mistero De Rothschild – Le verità dietro al giallo dei Sibillini”, perché hai scelto di trattare proprio questo delitto? Vuoi parlarcene?

«La vicenda è costantemente stata sulla bocca degli abitanti di Sarnano. Personalmente ho sempre nutrito grande interesse per i fatti di cronaca nera che hanno attraversato il dopoguerra italiano. Non era mai stata realizzata una pubblicazione che riguardasse il duplice delitto in questione e questa è stata l’ultima spinta per provare a farlo, assumendo come punto di vista quello degli abitanti del paese».

Un caso spinoso, che lo scorso anno, a 44 anni dalla misteriosa scomparsa, è tornato in voga, con la riapertura dell’indagine. Te l’aspettavi?

«Assolutamente no. Certo è che la riapertura del caso, a novembre, è stata l’occasione per mandare in stampa il libro, uscito a fine dicembre. Il manoscritto era pronto da un paio d’anni, ho provveduto ad organizzarlo rimescolando le pagine».

Hai qualche tuo ricordo personale legato a questo delitto? Ricordi i concitati anni di ricerca delle due donne? O hai qualche testimonianza diretta, da parte di chi te l’ha raccontato?

«Ho due ricordi di quella fine del 1980. Il primo, non strettamente legato al caso, è legato al terremoto dell’Irpinia di domenica 23 novembre (arrivato fino al centro Italia), sei giorni prima della scomparsa di Jeannette May De Rotschild e della sua segretaria. Il secondo è relativo alle copiose nevicate di dicembre tanto gradite a noi bambini quanto dannose per le ricerche delle due donne in montagna. Per quanto riguarda le testimonianze, nel libro ho raccolto quella del geometra Venanzi, tecnico scelto dalla signora inglese per la ristrutturazione del casale che aveva acquistato. Lui è stata la fonte più importante ed il suo racconto occupa tutta la prima parte del libro».

Hai altre presentazioni in cantiere dopo quella fatta a Caldarola?

«Ho contattato via mail i comuni dell’alto maceratese, proponendo la storia, disponibile a presentarla in occasione dei loro eventi culturali. Ho avuto un paio di risposte positive ma ancora non ci sono date in programma. Sicuramente lo presenterò a Sarnano quest’estate. Ad aprile sarà organizzata una serata a Mussolente, il paese dove lavoro, in provincia di Vicenza, in Veneto. Lontano dalle Marche dunque ma la vicenda non ha confini».