Macerata

«Umanesimo che innova chiave della diversità»: Mattarella inaugura l’anno accademico dell’Università di Macerata – VIDEO

Dopo l'arrivo in piazza della Libertà il Presidente della Repubblica ha raggiunto il teatro Lauro Rossi per la cerimonia alla presenza delle istituzioni civili e militari

Il presidente Mattarella al Teatro Lauro Rossi di Macerata

MACERATA – «Gli approcci settoriali sono di grande sostanza ma non sono esaustivi; l‘Umanesimo che innova è invece la chiave e la sintesi delle diversità. Grazie per questa mattinata significativa e buon anno accademico». Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato questa mattina, giovedì 15 ottobre, a Macerata il 730esimo anno accademico dell’Unimc.

Ad accogliere Mattarella istituzioni civili, militari e religiose nel bellissimo scenario del teatro Lauro Rossi. Fuori, ad assistere alla cerimonia dai maxi schermi, le matricole e la comunità accademica dell’ateneo.

Macerata attende Sergio Mattarella

Ad accogliere il Presidente il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli che ha sottolineato il segno «di fiducia e di speranza che la sua presenza ci testimonia. Dopo il periodo del lockdown l’università di Macerata, con la sua ostinata fiducia nel futuro, si è trasformata ed è ripartita in presenza e la collaborazione tra Amministrazione e Ateneo sarà continua e costante all’altezza di ciò che gli studenti meritano».

Il neo presidente della Regione Francesco Acquaroli ha sottolineato la necessità «di un incontro costante tra le istituzioni affinché, attraverso il valore della cultura, le giovani generazioni rimangano protagoniste nella nostra terra e possano qui costruire il loro futuro. La sua presenza è un segnale di speranza per una comunità che nelle difficoltà ha avuto sempre il massimo rispetto delle istituzioni. Questi momenti sono un elemento di confronto e di speranza per basare i prossimi mesi di lavoro. Nulla può fermare la cultura».

Mattarella nel Teatro Lauro Rossi con il sindaco Parcaroli e il presidente della Regione Acquaroli

«Questo antico ateneo italiano è la massima espressione dei sentimenti di orgoglio e appartanentenenza. In luoghi in cui la desertificazione economica e sociale sono presenti la università rappresentano dei baluardi. Nel periodo del lockdown le università italiane hanno dimostrato il loro forte impegno continuando a garantire la didattica online. Saranno mesi difficili ma supereremo tutto con fermezza e senso della comunità e l’impegno del Governo sarà continuo. Sappiamo che c’è bisogno di risorse e in questi giorni il pensiero va al recovery plan al centro del dibattito nazionale; trasformiamo quella che è stata una grande tragedia in un momento di rinascita e opportunità. La crescita deve ripartire dalla speranza dei giovani e del loro futuro», ha detto, il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

«Dopo più di sette secoli siamo qui, in questo teatro, testimoni ed eredi di una prestigiosa tradizione e del prezioso lascito di donne e uomini che, a Macerata, hanno insegnato, studiato e pestato la loro opera – ha detto il rettore di Unimc Francesco Adornato -. I saperi umanistici continuano a connotarsi come legame tra cultura e civiltà tra popolo rappresentando una significativa continuità con la dimensione rinascimentale per cui l’Italia è tale nel mondo. Le università sono un patrimonio nazionale e comune dell’identità europea. Le università contribuiscono in modo particolare a promuovere e rafforzare i territori e costituiscono un’importante leva per la loro internazionalizzazione e quella dell’intera nazione».

Il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi

«Ricordo il ruolo dell’ateneo a fronte degli effetti critici del terremoto del 2016. La reazione determinata e sobria al sisma, senza recriminare contro il “destino cinico e baro” ma impegnati da subito dopo appena otto giorni a garantire il normale svolgimento della vita accademica – ha continuato Adornato -. Allo stesso modo, senza esitazione ma con decisione, fermezza e altrettanta sobrietà stiamo ora reagendo agli effetti provocati dal covid-19 che ha rovesciato parametri e modelli abituali, comportamenti privati e collettivi, confinandoci in un distanziamento fisico e sociale dal quale non ci siamo fatti piegare. L’intero paese sta reagendo alla pandemia e noi ci sentiamo, come ha detto nel suo discorso di fine anno, una parte di quell’Italia, spesso silenziosa, che non ha mai smesso di darsi da fare e oggi, davanti all’attuale contingenza, continua a svolgere il suo lavoro con ancora più impegno e determinazione. Noi non arretriamo. Con ferma convinzione abbiamo riavviato dal 22 settembre le lezioni in presenza, recuperando sentieri di normalità nonostante difficoltà e resistenze. Siamo orgogliosi di questa scelta che rimette in modo energie ed entusiasmi giovanili e incrocia le aspettative della città».

E sempre il rettore ha aggiunto: «Signor Presidente, l’ateneo è una forza tranquilla. Propone e ispira fiducia ed è un riferimento fondamentale e irrinunciabile per questa città e per il suo territorio, che necessitano di ulteriore progettualità e risorse economiche, in specie quelle comunicarie, volano indispensabile per un fattivo percorso di rilancio economico-sociale, su cui ci stiamo impegnando “Raggiungere tutti” è per noi rafforzare ulteriormente le già diffuse relazioni internazionali. L’ateneo è un crogiuolo di lingue, culture, etnie, volti ed esperienze di giovani studenti, dottorandi provenienti da tanti luoghi di Europa e del mondo. Connessione, quella che Marcello Mastroianni ha definito con finezza in un suo suggestivo libro la “nostalgia del futuro”. Un futuro prossimo che per definizione appartiene ai giovani. Noi non ci arrendiamo. Abbiamo un’ostinata fiducia nel futuro e siamo riusciti a trasformare il disagio in opportunità. Il senso profondo dell’Umanesimo che innova è ridare senso all’umano e alle sue vicende a partire dell’incontro tra i popoli – ha concluso il rettore Unimc -. Le università sono luoghi eletti di alta formazione e di saperi multidisciplinari e spazi che educano alla bellezza, alla consapevolezza, alla responsabilità, alla partecipazione, all’inclusione. In una parola alla cittadinanza».

La parola è passata poi al direttore generale dell’Unimc Mauro Giustozzi, al rappresentante del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario Clementina Fraticelli e ai quattro studenti dell’Unimc Nicola Maraviglia, Damian Czarnecki, Viorica Ursu e Arianna Giulianelli.

Il Presidente Mattarella ha esordito sottolineando che «la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto di quattro anni fa rappresenta un punto primario dei doveri della Repubblica; impegno che continuerò a seguire con molta determinazione».

«Il sindaco ha ricordato che questa è la mia prima visita negli atenei dopo il lockdown – ha continuano Mattarella -. Qui a Macerata riprendo un viaggio che dura da cinque anni e che attraversa i nostri atenei. L’Unimc è memoria e futuro e lo ha dimostrato con la reazione pronta dopo il sisma e in questo periodo di emergenza sanitaria trovando formule efficaci. Gli studenti hanno poi ricordato la bellezza del futuro che non deve essere delegato ma all’interno del quale bisogna essere protagonisti. È la febbre dei giovani che mantiene la temperatura normale del mondo e se questa si raffreddasse il mondo gelerebbe».

«La democrazia ha sempre bisogno di essere realizzata epoca per epoca e inverata nelle stagioni che cambiano – ha aggiunto il Capo dello Stato -. La democrazia poggia su una valutazione ottimistica dell’essenza dello spirito dell’uomo e quando viene meno si indebolisce e così anche il senso di uguaglianza. La libertà di ognuno si ferma davanti a quella degli altri e questo è un concetto di grande responsabilità. Accantoniamo l’idea che la libertà degli altri sia limitativa della propria ma anzi ricordiamo che si integrano le une con le altre».

Infine, dice: «Gli approcci settoriali sono di grande sostanza ma non sono esaustivi; l’Umanesimo che innova è la chiave e la sintesi di delle due tesi contrapposte – ha concluso il Presidente Mattarella -. Grazie per questa mattinata significativa e buon anno accademico a tutti».

(Notizia in aggiornamento)

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