Macerata

Marche, turismo dell’entroterra post Covid-19: «Le nostre aree verdi sono un distanziamento sociale naturale»

Sindaci e operatori del settore sono in attesa di chiare direttive da parte delle istituzioni per poter partire al più presto. «Le nostre zone di montagna, con le loro caratteristiche, potrebbero essere molto appetibili in questo momento»

Sibillini
Monti Sibillini (Foto di bits4beats da Pixabay)

L’assessore al turismo della Regione Marche Moreno Pieroni proprio ieri, durante un incontro organizzato da Confartigianato Fermo-Macerata-Ascoli Piceno, ha fissato al 19 maggio (o al limite al 23 maggio) l’inizio della nuova stagione estiva. Sono ancora tante le incognite e, se da una parte ci sono le località di mare, dall’altra anche l’entroterra cerca di prepararsi a una imminente riapertura avendo a sua vantaggio il “distanziamento sociale naturale” grazie alle ampie zone verdi.

Il comune di Sarnano, insieme ad altri comuni del Consorzio Noi Marche, aveva incontrato l’assessore Pieroni qualche giorno fa. Tra le priorità che erano state segnalate: la valorizzazione delle aree interne già colpite dal sisma, il cicloturismo come supporto al settore termale e le nuove progettualità per la montagna.

Il sindaco di Sarnano Luca Piergentili

«Credo siano necessarie delle campagne pubblicitarie mirate per l’entroterra perché determinate caratteristiche che abbiamo per natura, come spazi grandi o una sorta di distanziamento sociale naturale, in questo momento sono fondamentali – ha detto il sindaco Luca Piergentili -; certo è che c’è bisogno di chiarezza e di regole da rispettare altrimenti non possiamo fare nulla. Se penso al mio paese, che ha la possibilità di ospitare 2500 turisti, l’offerta è veramente ampia: dal trekking alle terme passando per gli impianti sportivi e il parapendio fino al centro storico. L’anno scorso, con il grande investimento e con il riconoscimento della Lonely Planet pensavamo che il 2020 sarebbe stato un anno di rinascita, dopo il sisma, dal punto di vista del turismo ma poi è arrivato il virus. Penso alla Tirreno Adriatico, alla Pasqua con la neve e a tutti gli eventi estivi che, con tutta probabilità, non ci saranno. E poi c’è il settore termale che a Sarnano rappresenta un’eccellenza e che ovviamente soffrirà gli strascichi dell’emergenza».

«Le nostre zone di montagna, con le loro caratteristiche, potrebbero essere molto appetibili in questo momento in cui il distanziamento sociale è necessario e credo che molte persone potrebbero anche tornare a vivere qui – ha concluso il primo cittadino -. Dobbiamo però portare qui i servizi (penso all’ospedale di Amandola). I numeri, le capacità e la vasta scelta di offerte ci sono; ora abbiamo bisogno di regole e di chiarezza da parte delle istituzioni».

«Per un paesino come Pioraco, la ripresa della stagione turistica è fondamentale soprattutto dopo il sisma dato che abbiamo investito moltissimo nel settore – le parole del sindaco Matteo Cicconi -. Abbiamo le bellezze naturalistiche, culturali, paesaggistiche e storiche e iniziavamo, nell’ultimo periodo, ad avere dei riscontri positivi, in termini economici ma anche psicologici, e dei numeri in crescita. Terminata la prima fase dell’emergenza sanitaria bisogna ragionare anche su come far ripartire la macchina del turismo perché intorno a essa ruota veramente un’economia capillare che fa vivere i nostri territori».

Il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi
Il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi

«La proposta ovviamente è quella di evitare gli assembramenti e quindi l’accorpamento ma anche di lanciare pacchetti promozionali e proporre sgravi fiscali per chi continua a raggiungere il nostro entroterra – ha continuato Cicconi -. Nel periodo estivo dunque cerchiamo di creare un turismo omogeneo su tutta la regione evitando di concentrare le presenze solo nei giorni di festa o nel fine settimana; questo potrebbe avvenire offrendo degli sgravi come la detrazione dalla dichiarazione dei redditi di un nucleo familiare del pranzo fuori porta o della prenotazione al b&b durante la settimana (dal lunedì al venerdì). Poi ricordiamo che nelle zone montagne c’è un’ampia gamma di proposte dai sentieri alle escursioni, alle passeggiate, ai pic-nic nei prati. Sarebbero auspicabili incentivi anche per gli operatori turistici che fanno conoscere il nostro territorio e che potrebbero avere anche una funzione di controllo».

Tante le perplessità da parte degli operatori del settore che ancora non hanno ricevuto direttive sulle riapertura. «Nella mia attività commerciale ho un’area all’aperto e all’ombra dove poter garantire, per il periodo estivo, il distanziamento di un metro tra le persone ma quando il tempo non lo permette non so come faremo – spiega il titolare del Rifugio Di Tribbio di Fiastra -. Capisco il discorso per quanto riguarda le comitive di tante persone ma non comprendo perché una famiglia, che vive sotto lo stesso tetto, debba essere costretta a un distanziamento sociale che, per noi operatori, significa dimezzare i coperti».

«Nelle zone interne e di montagna viviamo di turismo e di quei quattro mesi estivi che ci permettono poi di resistere tutto l’anno; se ci viene tolto questo cosa facciamo? Poi credo che oggi le persone, in modo autonomo, siano in grado, con le protezioni adeguate, di regolarsi perché non credo che qualcuno voglia prendere il virus volontariamente. Ugualmente credo che una soluzione generale non possa arrivare dalle barriere in plexiglass. Abbiamo bisogno di maggiori informazioni e di maggiore chiarezza per poter cercare di ripartire e non rischiare di chiudere, per sempre» conclude.

Dello stesso parere il titolare del B&B Fontebigoncio di Tolentino. «Non abbiamo più nemmeno una prenotazione e già due mesi di totale stop se ne sono andati; chiediamo delle regole chiare da seguire e sarebbero necessarie delle convenzioni per poter ripartire senza tante penalità anche perché se non ci sono stimoli saremo costretti a chiudere perché non possiamo continuare ad accumulare le spese».

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