Macerata

A Macerata lo stage formativo sul grammelot. Molinari (Uilt Marche): «Una bella sfida»

Si è tenuto di recente a Macerata uno stage sul grammelot, una forma di recitazione portata alla ribalta anche da Dario Fo. Parla il presidente Uilt-Unione italiana libero teatro delle Marche

Un momento dello stage Uilt Marche che si è tenuto a Macerata (Foto: Giacomo Saviozzi)

MACERATA – Lo stage di formazione sul grammelot dal titolo “Grammelot, laboratorio creativo su corpo e dialetti” proposto dalla Uilt Marche (Unione italiana libero teatro) nei giorni 27, 28 e 29 maggio, a Macerata, si è archiviato con «grande soddisfazione dei partecipanti», spiegano gli organizzatori.  «Si trattava di un esperimento anche arduo, non semplice, in cui la ricerca su diversi tipi di linguaggio rappresentava una sfida accompagnata da una cospicua quantità di coraggio».

«Un’altra occasione per sondare i differenti ambiti e linguaggi teatrali – dichiara il presidente della Uilt Marche, Mauro Molinari – ed anche una bella sfida che proponeva una dose di apertura mentale, di novità attoriale ed un momento di confronto fra tantissimi addetti ai lavori provenienti dalle compagnie amatoriali. Era una proposta molto particolare, che, però, ha incontrato il favore dei nostri iscritti e degli amatori di teatro in genere».

«ll grammelot è una forma di recitazione, un modo di esprimersi – afferma Gianfranco Fioravanti, consigliere Uilt e responsabile regionale del Centro Studi – come l’attore comunica col pubblico, il mimo allo stesso modo, il pianista altrettanto: sono forme diverse di comunicazione. Così il grammelot. Noi lo conosciamo per il semplice motivo che Dario Fo per la prima volta ha usato questo vocabolo ma a recitare in quel modo, non è stato il primo. Chi non ricorda i primi cartoni di Mickey mouse degli anni 40? O la pubblicità della Lagostina con la striscia de “la Linea”? Fino al Tognazzi del film Amici miei per finire con Lillo e Greg con gli sketch di “Radio mannara”. Quando si fa commedia dell’arte si lavora molto con il corpo, si deve costruire un impianto, un modo di essere, un modo di reagire. Con il grammelot succede allo stesso modo: si emettono suoni che poi, al pubblico, devono arrivare con un senso, con una disciplina, con un messaggio inusuale. Evidentemente c’è bisogno di molto lavoro».

Questi i partecipanti: Gianfranco Fioravanti, Rose Marie Quarato, Eva Malacarne, Nicoletta Baffa Scinelli, Marco Grandi, Marina Stazi, Mara Turelli, Paolo Fioravanti, Roxana Maria Bonduc e Andrea Giacobe.

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