Macerata

Macerata: ospitato a casa, ruba la carta d’identità e la usa per soggiornare gratis in hotel

Accusato di furto, due episodi di sostituzione di persona e falsità materiale, oggi un 63enne originario di Spoleto è stato condannato a quattro anni

MACERATA – Con la scusa di farsi cambiare i soldi per comprare le sigarette aveva avvicinato un 62enne che lo aveva ospitato a casa, gli aveva rubato la carta d’identità e dopo aver cambiato la foto aveva usato il documento per soggiornare due notti in un hotel a Imperia senza pagare. Accusato di furto, due episodi di sostituzione di persona e falsità materiale, oggi un 63enne originario di Spoleto, ma di fatto senza fissa dimora, è stato condannato a quattro anni di reclusione.

La vicenda risale al 28 dicembre del 2018 quando l’imputato incontrò un 62enne in corso Garibaldi e lo avvicinò chiedendogli di cambiargli 20 euro per comprare le sigarette da un distributore automatico. Il maceratese, colpito dai modi gentili dell’uomo, lo aveva accompagnato in un bar dove i due si erano soffermati a chiacchierare. L’imputato gli raccontò che era arrivato a Macerata da Ravenna in bicicletta così il maceratese lo aveva invitato a casa per riposarsi e fare una doccia.
L’imputato si fermò anche per la notte, poi chiese al maceratese di poter restare fino a capodanno ma al suo rifiuto andò via. Prima di andarsene però, avrebbe rubato la carta di identità dell’uomo che lo aveva ospitato e, dopo aver sostituito la foto con la propria, avrebbe usato il documento per pernottare due notti, a gennaio, in un hotel di Imperia.

Di questa circostanza il maceratese ne venne a conoscenza quando a febbraio ricevette una raccomandata dall’hotel con cui gli veniva richiesto il saldo di 80 euro. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti il 22 gennaio del 2019 l’imputato avrebbe utilizzato la carta di identità modificata anche per attivare una scheda telefonica.
Dopo la denuncia della vittima gli investigatori individuarono nel 63enne l’autore dei reati. Oggi nel processo a suo carico celebrato in Tribunale a Macerata, il pubblico ministero Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna dell’imputato a cinque mesi e mezzo di reclusione. Il giudice Domenico Potetti lo ha condannato a quattro anni.

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