Macerata

Macerata, il museo della tessitura a rischio chiusura. «Pronte a mettere in vendita lo stabile»

Maria Giovanna Varagona e Patrizia Ginesi hanno incontrato le istituzioni per cercare la possibilità che qualche privato o ente pubblico possa rilevare il museo. Ma gli appelli sono caduti nel vuoto

Museo della tessitura a Macerata

MACERATA – Dopo 35 anni di attività il museo di tessitura “La Tela” rischia la chiusura e Macerata potrebbe perdere un punto di riferimento determinante per mancanza di un ricambio generazionale. Dopo aver fatto un appello alle istituzioni che, però, sembra caduto nel vuoto, le fondatrici Maria Giovanna Varagona e Patrizia Ginesi, infatti, hanno deciso di mettere in vendita lo stabile.

«Il terremoto e l’emergenza sanitaria protrattasi per così tanto tempo, hanno fatto sentire tutto il loro peso sull’economia delle rispettive imprese e così, dopo aver segnalato invano alle istituzioni locali, al Comune, nella persona del sindaco, attuale e precedente, all’assessorato alla cultura della Regione Marche, al rettore
dell’Università di Macerata, la nostra difficoltà a sostenere ancora a lungo la gestione del Museo, abbiamo preso la
decisione di mettere in vendita lo stabile che lo accoglie
– spiega Maria Giovanna Varagona -. Ci sembra doveroso, in particolare, informare la cittadinanza perché riteniamo il museo un’espressione della memoria di questo territorio e anche della comunità a cui appartiene. Migliaia di studenti della provincia e della regione, lo hanno visitato, lo visitano e per tutto questo ciclo scolastico, lo visiteranno, frequentando i nostri laboratori esperienziali. Questo è un luogo di aggregazione sociale e inclusiva».

Uno dei telai all’interno del museo

Il museo è stato aperto nel 1986 come laboratorio, «una piccola impresa di artigianato artistico a cui abbiamo dedicato generosamente tempo, energie e risorse per preservare, divulgare e trasmettere la tradizione tessile tipica dell’entroterra maceratese, quella dei “Liccetti marchigiani” in particolare, sacrificando troppo spesso quella che sarebbe dovuta essere la nostra specifica finalità produttiva e imprenditoriale – aggiungono le due artigiane -. Nel 2016, al compimento del trentesimo anno di attività, decidiamo di comune accordo la chiusura della società che
gestiva in forma privata questa particolare raccolta museale e trasferiamo altrove le rispettive nuove ditte individuali, separando finalmente lo spazio culturale da quello dell’impresa. Il museo della tessitura “La Tela”, a ridosso del centro storico, nei pressi di Porta San Giuliano, è tuttora aperto su appuntamento e lo gestiamo in forma associativa, come Associazione per l’artigianato artistico arti e mestieri, organizzando mostre, tavole rotonde e attività formative per un pubblico davvero vario, fatto di bambini, ragazzi, giovani o anziani, senza differenza di genere».

Ma mantenere l’attività solo su due spalle non è facile, per questo, nei loro incontri con le istituzioni le due fondatrici hanno segnalato la possibilità di poter trovare «qualche privato o qualche ente pubblico che fosse comunque interessato a mantenerlo aperto come museo, donandolo alla città – aggiunge Varagona -. Noi da parte nostra, saremmo pronte a mettere a disposizione un anno del nostro lavoro per passare le informazioni alle nuove leve che vogliano fare da guida nel museo e renderlo ancora accessibile alle scuole e alle associazioni». Il rischio, però, è che se questa possibilità non si concretizzasse, lo stabile potrebbe essere acquistato a semplice scopo immobiliare, quindi, senza alcuna speranza per il museo. Altri Comuni, però, si sarebbero già fatti avanti per non disperdere questa tradizione e, quindi, non è escluso che i telai storici potrebbero anche essere spostati altrove. Comunque lontano da Macerata.

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