Macerata

Macerata, la mozione di censura contro l’assessore Iommi arriva in Consiglio. «Nessun rispetto dei dipendenti comunali»

Nel testo, che vede come primo firmatario Narciso Ricotta del Pd, si chiede al sindaco di revocare le deleghe dopo un commento dell'assessore su Facebook. Verrà discusso nella sessione del 26 luglio

(Immagine di repertorio)

MACERATA – Dichiarazioni «in sfregio della normativa sull’arruolamento del personale della pubblica amministrazione». Battute che «creano un danno all’immagine della città e al buon funzionamento della struttura del Comune». Sono parole forti quelle contenute nella mozione di censura depositata da alcuni consiglieri di opposizione con cui si chiederà al sindaco Sandro Parcaroli di ritirare le deleghe assegnate all’assessore Silvano Iommi.

Preannunciata alcuni giorni fa, infatti, la mozione è stata depositata venerdì e inserita, dalla conferenza dei capigruppo, nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale che si terrà il 26 e 27 luglio. Il “caso politico” è scoppiato quando, rispondendo su Facebook a un ex dipendente del Comune che gli sollecitava maggiore pulizia attorno a fonte San Giuliano, Iommi aveva scritto:  «Fosse per me un’efficace soluzione definitiva sarebbe quella di tagliare due ma anche tre impiegati dell’ufficio ambiente». Parole che hanno subito suscitato la ferma presa di posizione delle opposizioni, poi concretizzata nella mozione, che vede come primo firmatario Narciso Ricotta (Pd) e sottoscritta da tutto il gruppo Dem (formato dai consiglieri Ninfa Contigiani, Maurizio Del Gobbo, Alessandro Marcolini e Andrea Perticarari), da Alberto Cicarè (Strada Comune – Potere al popolo), Elisabetta Garbati (Macerata rinnova), David Miliozzi (Macerata insieme), Stefania Monteverde (Macerata bene comune) e Ulderico Orazi (Italia viva).

Nel testo i consiglieri parlano di appunto «dichiarazioni in sfregio della normativa sull’arruolamento del personale della pubblica amministrazione nonché delle regole e dei contratti che regolamentano detto rapporto di lavoro. L’affermazione, infatti, è sintomo di una concezione che vede il dipendente comunale a servizio del vincitore delle elezioni e non dell’amministrazione in generale indipendentemente da chi è il potente di turno. Le parole usate – concludono – tradiscono il tentativo politico di cavalcare quella forma di populismo che tende a dipingere i dipendenti pubblici come fannulloni o incapaci, denigrandone in maniera offensiva le capacità e la dedizione al loro lavoro per tutta la comunità».

A poco sono servite le scuse di Iommi che, al contrario, per i consiglieri di opposizione dimostrano «soltanto, l’impreparazione dell’assessore e la sua inadeguatezza al ruolo ricoperto. Le “battute” dell’assessore Iommi, non nuovo a questi comportamenti, creano danno all’immagine della città e al buon funzionamento della struttura del Comune. Per tutti questi motivi – si legge nella mozione – si chiede al sindaco di revocare le deleghe conferite all’atto dell’insediamento all’assessore Iommi».

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