Macerata

Macerata, a UniMc il giornalista Gabriele Del Grande presenta il suo ultimo libro “Il secolo mobile”

Il 6 dicembre il giornalista documentarista, da oltre 10 anni al lavoro sul tema delle migrazioni, propone la prima storia dell'immigrazione illegale in Europa.

Gabriele Del Grande
Gabriele Del Grande (Foto: UniMc)

MACERATA – Mercoledì 6 dicembre alle 21 alla Biblioteca del Casb in piazza Oberdan, l’Università di Macerata ospita la presentazione del libro Il secolo mobile. Storia dell’immigrazione illegale in Europa di Gabriele Del Grande. Dialogano con l’autore le docenti dell’Ateneo Lina CaraceniRosita DeluigiAriannaTaddei. Interviene anche Vito Fiorino, testimone e soccorritore del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. 

Giornalista documentarista, da oltre 10 anni Gabriele Del Grande lavora sul tema delle migrazioni. Nel 2006 ha fondato il blog Fortress Europe, primo osservatorio europeo sui naufragi dei migranti nel Mediterraneo. La partecipazione è libera fino a esaurimento posti. 

Cent’anni fa non esistevano passaporti, si viaggiava senza permessi né lasciapassare. Oggi, al contrario, Schengen vieta di entrare in Europa ai ceti poveri e prevalentemente non bianchi dei paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. Ne Il secolo mobile Gabriele Del Grande scrive la prima storia dell’immigrazione illegale in Europa. Una storia che spazia dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alla crisi delle Ong a Lampedusa, passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell’immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell’asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi. Nella sua ricostruzione Del Grande non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell’ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell’India sulla scena mondiale e del boom demografico – e in prospettiva economico – dell’Africa. 

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