Macerata

Macerata, firmato il Protocollo Zeus per responsabilizzare gli autori delle violenze di genere

La firma del questore di Macerata, Vincenzo Trombadore e del sindaco Sandro Parcaroli, alla presenza del prefetto Flavio Ferdani e dell'assessore regionale Filippo Saltamartini

Il questore di Macerata Vincenzo Trombadore

MACERATA – Il Protocollo Zeus, siglato stamattina dal Questore di Macerata Vincenzo Trombadore e dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli in qualità di Presidente dell’Ambito Territoriale Sociale 15, quale capo maglia per l’intera Regione Marche delle strutture per maltrattanti, alla presenza del Prefetto di Macerata Flavio Ferdani e dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, è il primo patto che una Questura marchigiana si impegna a firmare e che rappresenta la necessità di responsabilizzare gli autori di violenza di genere.

Un impegno importante perché significa riconoscere l’importanza di responsabilizzare l’autore soggetto di violenza e invitarlo ad avvicinarsi alle strutture che hanno il compito di far invertire la rotta, comprendere il disvalore di quello che si è fatto e cambiare.

Da oggi infatti, nell’ambito del potere discrezionale del Questore, potere esclusivo perché si parla di misure di prevenzione, il Questore nell’ammonimento che viene fatto ai soggetti ritenuti pericolosi per atti persecutori o violenza domestica, indicherà quali sono le strutture ove il soggetto ammonito può rivolgersi per iniziare un percorso su base volontaria e completamente gratuito per trattare la rabbia e tutti quei segnali che lo hanno portato ad agire in maniera violenta.

Con Macerata, sono 55 le Questure italiane che si sono dotate di questo protocollo, e i risultati positivi si vedono: se nel 2020 il 20% dei soggetti ammoniti è tornato ad essere violento (e quindi denunciati all’Autorità Giudiziaria),  nonostante questi trattamenti, nel 2021 il numero è sceso al 9%, segno evidente che dopo un primo periodo di messa a punto, la responsabilizzazione e trattamento di questi soggetti è fondamentale per evitare la recidiva.
Ovviamente questo richiede anche un maggior sforzo del personale di Polizia (Anticrimine) «che dovrà essere sempre piu’ specializzato e capace di ascoltare la vittima (riconoscere i primi segnali della violenza ed agire preventivamente sulla base della pericolosità sociale, senza aspettare necessariamente la certezza che richiede il procedimento penale, quindi una tutela preventiva), e ammonire il soggetto che ha agito violentemente con atto formale e solenne, ma capace di aiutarlo a capire la causa dei propri problemi e cercare di correggerli, inviandolo al Centro di trattamento per maltrattanti, rendendolo consapevole di un processo di cambiamento».
 
Le donne che richiedono l’ammonimento al Questore sono per il 70%  legate da rapporti di convivenza o matrimonio con il soggetto violento: è importante che sappiano riconoscere quali sono i segnali della violenza e segnalino la situazione in ci stanno vivendo.

«Ecco a cosa serve la nostra campagna nazionale di comunicazione “Questo non è amore”, che ieri pomeriggio ci ha visti insieme ai centri antiviolenza nei centri commerciali di Macerata e Civitanova: ad incontrare le donne per indicare quale strada si può seguire per uscire dalla violenza; si può scegliere di uscire dall’amore tossico, segnalando alle Forze dell’ordine, ai Centri Antiviolenza, ai presidi ospedalieri, a tutti i partner istituzionali e non  della rete provinciale di contrasto della violenza di genere che  stamattina alla presenza del Sig. Prefetto hanno rinnovato l’impegno a lavorare assieme per intervenire fattivamente ed aiutare le donne in situazioni di vulnerabilità. Per incidere sul numero delle vittime: sono 86 le donne che ogni giorno in Italia sono vittima di reato e per il 35%  dipende dalla mano di un familiare o affine. Cambiare rotta si può e si deve: noi della Polizia di Stato siamo pronti ad accogliere, ascoltare e proteggere».

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