Macerata

Macerata, butta la figlia di tre anni dalla finestra: disposta una perizia psichiatrica

Il drammatico fatto risale al 1° maggio scorso. Lo psichiatra Gian Luigi Innocenti dovrà stabilire quali erano le condizioni psichiche della mamma 40enne al momento del fatto

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Sarà lo psichiatra Gian Luigi Innocenti a stabilire se la 40enne, che il 1° maggio scorso gettò la figlia di tre anni dalla finestra, al momento del fatto fosse o meno capace di intendere e di volere. Questa mattina il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Domenico Potetti ha affidato l’incarico al professionista per poi rinviare al prossimo 12 aprile. Era stata il legale della donna, l’avvocato Valentina Romagnoli, nella scorsa udienza, a richiedere di procedere con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica.

La drammatica vicenda che scosse l’intera comunità maceratese risale al 1° maggio scorso. Erano circa le 16 quando una badante 40enne di origine indiana che vive in un appartamento al terzo piano di un condominio in via Alighieri (la strada che da viale San Giovanni Bosco scende giù verso il Tribunale) prese un coltello da cucina e si chiuse a chiave nella camera da letto con la figlia. La donna prima ferì la piccola al collo e poi la gettò dalla finestra facendole fare un volo di dieci metri. La mamma si provocò delle ferite superficiali prima di scendere, urlando, in strada dove dei passanti, visto quel corpicino sull’asfalto, diedero l’allarme.

La bimba fu trasportata nell’immediatezza all’ospedale regionale di Torrette e poi trasferita al Salesi dove era stata ricoverata al reparto di Rianimazione Pediatrica, accanto a lei, giorno e notte, c’era stato il papà che non l’aveva lasciata sola neppure un momento. Adesso, a distanza di circa sette mesi da quella drammatica caduta, la piccola starebbe meglio e avrebbe iniziato a frequentare l’asilo. La mamma, invece, è in carcere a Villa Fastiggi di Pesaro con l’accusa di tentato omicidio. Ad oggi non è ancora chiaro il motivo alla base di quel drammatico gesto. Il giorno della convalida del fermo il legale parlò di un “blackout momentaneo”. Pochi giorni dopo il marito e la piccola sarebbero dovuti partire per l’India.

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