Macerata

Liberazione di Macerata, Carancini sulla celebrazione: «Escludere l’Anpi è uno strappo inaccettabile»

Il consigliere regionale del Pd chiede al sindaco Parcaroli di rivedere la scaletta della commemorazione del 30 giugno. «Serve un gesto di pace»

Romano Carancini

MACERATA – «Caro sindaco, non divida la città. Non compia uno strappo inaccettabile e incomprensibile». Il consigliere regionale ed ex sindaco di Macerata, Romano Carancini, interviene nel dibattito che si è aperto da alcuni giorni in città dopo la scelta dell’amministrazione di non far intervenire l’Anpi durante il saluto iniziale delle celebrazioni per la commemorazione della “Liberazione di Macerata“. Il consigliere Dem, infatti, chiama in causa il sindaco Sandro Parcaroli chiedendogli di tornare sui suoi passi, rispettando un momento, “un pezzo di storia della comunità”.

L’amministrazione, infatti, per la prima volta dopo oltre 30 anni, ha deciso di rivedere la scaletta delle celebrazioni in programma il 30 giugno, alle 9.30 davanti al monumento alla Resistenza di via Cioci, escludendo appunto da saluto iniziale sia l’Anpi che l’Istituto storico della Resistenza, preferendo una cerimonia «istituzionale con i soli saluti del sindaco e del presidente del consiglio comunale». Una scelta che ha creato uno strappo con l’Anpi che ha deciso di organizzare una seconda celebrazione sempre domani, ma alle 19 in piazza della Vittoria.

«Chiedo al sindaco di riflettere e ripensare la decisione di non consentire all’Anpi di portare la propria testimonianza – commenta Carancini -. La storia di una comunità che si ritrova, anno dopo anno, attorno alla felicità di rivivere la memoria della libertà non può essere cancellata da un’oscura decisione di cui non si comprende il perché. Non è un dettaglio la partecipazione attiva di Anpi. È la presenza, è l’eredità, è il patrimonio di donne, uomini, giovanissimi che allora sacrificarono la propria vita affinché noi, oggi, potessimo vivere nella libertà e nella condivisione della libertà. Non consentire l’espressione della parola pubblica attraverso la testimonianza della storia, della sensibilità e della memoria  dell’associazione dei partigiani è una scelta di divisione, di conflitto, perfino di negazione di quegli stessi valori che la cerimonia intende rappresentare, di cui Macerata non ha bisogno».

Per questo, visto che c’è ancora un po’ di tempo, il consigliere del Pd, chiede che l’amministrazione faccia un passo indietro e compia un gesto di pace. «Dobbiamo rivivere insieme, tutti insieme la gioia, la leggerezza e la speranza che quel momento rappresentò per Macerata e rinnovarlo anno dopo anno perché la libertà non si conquista una volta per sempre e per qualcuno ma ogni giorno e per tutti, combattendo insieme le tante forme di ingiustizia di oggi, in nome della nostra Costituzione – conclude -. Chiedo che la semplice riflessione di un sindaco possa superare questo scontro e si accolga senza pregiudizio la testimonianza di chi si è fatto carico dell’eredità dei partigiani che nel 1944 fondarono l’Associazione nazionale Partigiani d’Italia. Siamo ancora in tempo per non dividerci sulla libertà, in tempo per non dividere la città se i valori dell’antifascismo, della Resistenza Partigiana e della Costituzione Repubblicana costituiscono le fondamenta del nostro vivere civile. Caro sindaco, le chiedo un gesto di pace».

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