Macerata

Imprese a picco nel Maceratese, 394 in meno rispetto al 2020. La Cna: «Crisi profonda e trasversale»

La provincia in controtendenza rispetto alle altre continua a perdere forza lavoro. Il presidente Tritarelli: «Necessari contributi specifici per le imprese che vogliono investire e ristori per far ripartire chi ha avuto difficoltà»

MACERATA – La pandemia non allenta la sua morsa e pesa in maniera crescente sulle imprese. Il Maceratese, infatti, in controtendenza rispetto alle altre provincie, anche nel 2021, ha continuato a perdere imprese e forza lavoro: ben 394 in meno rispetto all’anno precedente, che già aveva segnato un saldo negativo di 413 imprese. Le cancellazioni arrivate alla Camera di Commercio nell’anno appena trascorso sono di ben 2.623 imprese, quasi una impresa su 10 (l’8%) ha chiuso la propria attività, molte di più delle 2.045 cancellazioni avvenute nell’anno pandemico.

Ad analizzare dati pesanti per l’intera provincia è il presidente della Cna, Maurizio Tritarelli, che precisa come gli ultimi due mesi dell’anno siano stati i più difficili. «Anche Ascoli Piceno ha un bilancio annuale negativo, ma con sole 57 imprese in meno – precisa Tritarelli – la nostra provincia tira in basso tutta la regione che, nonostante l’incremento registrato a Pesaro (+146) e Ancona (+135), paga un saldo negativo complessivo di 126 imprese (-0,1%). Sono stati gli ultimi due mesi dell’anno a far crollare gli indici con 971 cancellazioni, più di un terzo del totale. A compensare questa debacle di novembre e dicembre, solo le 302 nuove imprese, 1.886 nell’intero anno».

Il presidente della Cna Macerata, Maurizio Tritarelli

Un’analisi che evidenzia come quanto detto più volte, che la pandemia non sia solo un’emergenza sanitaria, ma anche economica, è un dato purtroppo ancora strettamente attuale. «Se in precedenza avevamo giustificato il ‘novembre nero’ dell’edilizia con un riassorbimento delle micro partite iva dopo la prolungata crisi settoriale, oggi vediamo che il settore costruzioni rappresenta solo il 35% del problema con 338 imprese cessate (312 nel solo mese di novembre) – spiega Tritarelli -. Commercio e manifattura, senza grossi picchi mensili, perdono costantemente pezzi; sono nei loro ranghi quasi la metà delle imprese cessate della nostra provincia. Sono necessari, qui più che altrove, contributi specifici per le imprese che vogliono investire e, contemporaneamente, ristori per far ripartire chi ha avuto difficoltà dovute alla pandemia, senza discriminare tra diversi codici Ateco. La crisi, oltre che profonda, è stata trasversale e, tranne rarissime e ben note eccezioni, ha riguardato tutti i settori. La Cna, grazie all’infaticabile lavoro del suo Centro Studi, ha tutti i dati utili per realizzare interventi mirati; siamo pronti a condividerli con i decisori politici».

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