Macerata

Imprenditore di Pieve Torina si incatena davanti all’ufficio Ricostruzione: «A sei anni dal sisma ancora non posso delocalizzare l’allevamento»

Protesta di Roberto Micheli che parla di «ostruzionismo da parte della politica». Il sindaco Gentilucci: «Abbiamo rispettato le norme»

Roberto Micheli di Pieve Torina, si è incatenato davanti alla sede dell'ufficio ricostruzione a Macerata

MACERATA – Dopo quasi sei anni dal sisma ancora non è riuscito a delocalizzare la sua azienda per quello che definisce «l’ostruzionismo della politica». Per questo stamattina Roberto Micheli, imprenditore agricolo e titolare di un allevamento di suini a Pieve Torina, è sceso a Macerata e si è incatenato, con tanto di cartelli di protesta, davanti alla sede distaccata dell’ufficio Ricostruzione, per chiedere che il Comune lo faccia riprendere a lavorare e che il commissario Giovanni Legnini intervenga per controllare la ricostruzione.

«Mai avrei pensato di dover arrivare a questo punto per lavorare, per tornare a fare quello che ho sempre fatto nella vita – racconta Micheli, accompagnato dall’avvocato Claudio Baleani -. La mia attività, avviata 55 anni fa, è stata lesionata dal sisma per i due-terzi, ma dal 2016 a oggi non è cambiato nulla. Stiamo andando avanti con un lavoro al 30%, perché le pratiche di delocalizzazione non sono state accettate».

E per Micheli le responsabilità sono tutte da ascrivere al Comune. «C’è stato un ostruzionismo cieco da parte del Comune verso la mia azienda che è sfociato in una persecuzione e ho i dati che lo dimostrano – aggiunge -: ho presentato cinque pratiche in Comune tra ricostruzione e nuovi investimenti e ho ricevuto cinque no, 13 provvedimenti negativi, in un anno e mezzo 17 controlli in azienda e ho perso un finanziamento Psr di 220mila per realizzare una nuova stalla. La cosa fastidiosa è che una pratica è stata approvata dall’ufficio istruttore dell’Usr a febbraio dello scorso anno, firmata dal responsabile del procedimento, ma non firmata dal direttore dell’Usr. Ma quando una pratica viene licenziata dagli uffici vuol dire che la documentazione è a posto e che sono state rispettate le norme e la mancata firma del direttore è un atto grave, perché ha disconosciuto il lavoro dei suoi uffici. Per cinque mesi nessuno ci ha detto nulla del perché la pratica non veniva firmata, poi ci hanno detto che era stata rigettata e che non avevamo diritto alla delocalizzazione. Poi c’è stato un ripensamento e, a dicembre, ci è arrivato un decreto di finanziamento completo, peccato che fosse nullo, perché era fatto sulla terra di un altro, su particelle non di mia proprietà, che il Comune aveva detto di avere a disposizione, ma che in realtà erano di un’altra persona. Oramai siamo alle comiche».

Roberto Micheli davanti alla sede della Provincia a Macerata, dove si trova l’ufficio ricostruzione

Micheli chiede che il «Comune la smetta con l’ostruzionismo» e che il commissario Legnini «intervenga per uscire dal pantano in cui la situazione è precipitata.. Perché se passa il concetto la ricostruzione esce dalle norme e diventa soggettiva, non ci sarà mai». «L’ufficio ricostruzione poteva rilasciare un decreto autorizzativo per una stalla provvisoria già molto tempo fa e non è mai stato possibile per un’opposizione durissima da parte del Comune – aggiunge l’avvocato Baleani -, basata su motivazioni di igiene e salubrità pubblica che non sono ben chiare. Ma l’allevamento c’è sempre stato e con la stalla provvisoria Micheli poteva anche spostarsi oltre una collina che avrebbe fatto da barriera. Il Comune, inoltre, si è anche opposto alla costruzione di un sistema per le deiezioni animali chiuso, con abbattimento degli odori e tecnologicamente all’avanguardia e ha fatto una variante per impedire la ricostruzione della stalla per sempre. Tutti provvedimenti annullati dal Tar. La settimana prossima, faremo un’udienza per l’ottemperanza, cioè per stabilire le modalità per eseguire le sentenze già emesse».

Anche il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, non appena saputa della protesta, si è recato a Macerata per incontrare Micheli, ma senza riuscirci perché se ne era già andato. «È evidente che questa dimostrazione è stata plateale, ma non serve per risolvere i problemi – precisa il primo cittadino -. Gli uffici comunali rispettano la legge e cercano di trovare soluzioni per tutti, ma la legge è sovrana e bisogna conformarsi alla stessa e trovare una soluzione che non rechi danno a nessuno. Per quanto mi riguarda sono già stato denunciato penalmente da Micheli, ma la vicenda non ha avuto seguito e il fascicolo non è stato nemmeno aperto perché le sue motivazioni erano del tutto infondate. C’è una condizione oggettiva di puzza segnalata da tanti, di disagio della gente che vive lì e noi dobbiamo contemperare le esigenze di tutti. Io credo che dobbiamo guardare avanti, il sisma può rappresentare un’opportunità per migliorare le condizioni aziendali e anche Micheli può trovare una soluzione conforme alla normativa».

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