Macerata

Fabrizio Cotognini torna nella sua Macerata. A Palazzo Buonaccorsi inaugura la mostra The Flying Dutchman

Le opere dell'artista 38enne dialogheranno con quelle già presenti nel piano nobile del Palazzo. «La storia dell’Olandese volante è stato il filo conduttore che ha unito le professionalità di tante figure del territorio»

La conferenza di presentazione della mostra a Palazzo Buonaccorsi

MACERATA – L’arte seicentesca conservata nel piano nobile di Palazzo Buonaccorsi, si apre al dialogo con il contemporaneo per regalare ai visitatori un’esperienza unica da cui lasciarsi avvolgere. Sono queste alcune caratteristiche della mostra “The Flying Dutchman” di Fabrizio Cotognini, curata da Riccardo Tonti Bandini, che sarà inaugurata il 17 luglio, alle 18, a Palazzo Buonaccorsi. Un altro appuntamento per celebrare il centenario della prima opera lirica allo Sferisterio.

Un progetto unico, fortemente voluto dall’amministrazione (e finanziato in parte dalla Regione e dell’azienda Santoni, main sponsor), che riporta il 38enne artista, acclamato a livello internazionale, nella sua città natale. «È una gioia essere riusciti a realizzare questo progetto. La storia dell’Olandese volante – ha detto Fabrizio Cotognini – è stato il filo conduttore che ha unito le professionalità di tante figure del territorio, dagli artigiani delle fonderie agli impiegati dell’amministrazione, e viceversa. Lo stesso filo conduttore che ha innescato il dialogo con le mie opere e la collezione seicentesca di Palazzo Buonaccorsi».

Nella mostra, che resterà aperta fino al 30 ottobre, infatti, Cotognini offre la sua visione de “L’Olandese volante”, che, secondo il folklore nordeuropeo, sarebbe un vascello fantasma che solca i mari in eterno senza una meta precisa e a cui un destino avverso impedirebbe di tornare a terra e che, nel tempo, è diventato l’archetipo di chi per superare se stesso sfida se stesso e Dio, con una serie di opere inserite su basamenti, teche e installazioni realizzate coinvolgendo diversi artigiani del territorio.

Una mostra in cui ci si dovrà «immergere, perché l’arte ha una funzione sociale», come ha ricordato Paola Ballesi, presidente del Comitato scientifico dell’Istituzione Macerata cultura. “The Flying Dutchman” di Fabrizio Cotognini non è più, e non è soltanto, il “Der Fliegende Hollander” di Richard Wagner, rappresentato per la prima volta al Königlich Sächsisches Hoftheater di Dresda il 2 gennaio 1843, ma è un’opera corale che racconta una trasformazione sociale, un rinnovamento radicale della società, unendo visioni, citazioni, omaggi, scoperte e riscoperte di romanzieri, poeti, drammaturghi, cantanti, fumettisti, registi cinematografici e artisti.

«L’immaginifico viaggio di Cotognini sulla tolda de L’Olandese volante che, con il suo equipaggio di disperati, solca i mari senza meta e senza approdo – ha aggiunto la professoressa Ballesi – è una metafora potente del viaggio dell’umanità sul crinale della storia. Un errare in avanti senza meta e senza punti di riferimento, che l’arte tuttavia ha il potere di sublimare in una prospettiva di speranza e di salvezza radicata nell’incalcolabile inesausto desiderio dell’uomo di esplorare e vincere l’ignoto. L’artista ricuce a ritroso le tracce lasciate dalle molteplici versioni de L’Olandese volante avvalendosi di tutti i linguaggi che hanno tradotto questa potente creazione dell’immaginario in immagini iconiche, disegni animati, scritture  verbali, partiture musicali, cucendo un tessuto narrativo allestito in una grande composita scenografia teatrale».

Non ha nascosto l’orgoglio e l’emozione nel poter annunciare un appuntamento così importante per la città, l’assessore Katiuscia Cassetta, che ha ricordato il grande lavoro di squadra fatto fin da novembre per portare Cotognini a Macerata. «Segni, sculture, teche, installazioni, nelle stanze del piano nobile, sono in attesa di accompagnare tutti noi in un viaggio che si trasforma in dialogo tra passato e presente e futuro – ha aggiunto -. Un dialogo tra epoche che arricchisce l’esperienza del visitatore, la rinnova e crediamo possa attirare ed accogliere un pubblico nazionale, e ci auguriamo anche internazionale, che segue e ricerca nuovi talenti capaci di esaltare la bellezza classica che ci guida verso un rinnovato interesse per l’arte contemporanea, in costante dialogo con la storia dei luoghi e delle tradizioni. Una riflessione, un’esperienza creativa di un artista raffinato, sensibile, ma soprattutto umile, legato ai luoghi che lo hanno formato, che si è messo da subito in gioco e in relazione con lo spazio e con ogni professionalità del museo e insieme hanno costruito un percorso unico, irripetibile per i visitatori di Palazzo Buonaccorsi, lo spazio espositivo più rappresentativo della città e del nostro territorio».

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