Macerata

Macerata, estorsione da 120.000 euro: uno dei due indagati torna in libertà

I giudici del Tribunale del Riesame di Ancona hanno accolto il ricorso dell'avvocato Vanni Vecchioli, difensore del treiese di 45 anni. «Non c'è alcuna prova delle minacce», ha commentato il legale

Tribunale Ancona
Tribunale di Ancona

MACERATA – I giudici del Tribunale del Riesame di Ancona hanno revocato la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettrico disposta nei confronti di un treiese di 45 anni e oggi l’uomo è tornato in libertà. Il 45enne è indagato, in concorso con un campano di 39 anni, di estorsione aggravata nei confronti di una donna. Per gli inquirenti in tre mesi i due avrebbero spillato alla vittima 120.000 euro con la minaccia di legami con la Camorra.

L’avvocato Vanni Vecchioli

Per entrambi gli indagati il gip Giovanni Maria Manzoni aveva disposto la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, l’ordinanza era stata impugnata dal difensore del 45enne, l’avvocato Vanni Vecchioli, dinanzi al Riesame e oggi all’esito dell’udienza camerale i giudici hanno accolto il riesame proposto dal difensore disponendo l’immediata liberazione dell’indagato. «Non c’erano i gravi indizi di colpevolezza – ha commentato il legale -. Le dichiarazioni rese dalla persona offesa appaiono contraddittorie e poco chiare. Non ci sono prove delle presunte minacce». Resta invece ai domiciliari il coindagato.

Il 45enne la scorsa settimana aveva fornito la propria versione dei fatti al gip maceratese rigettando le accuse che gli vengono mosse, il 39enne campano, invece, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

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