Macerata

Macerata, estorsione per la cocaina non pagata. «Gli ho venduto olio, non droga»: 42enne resta in cella

All'uomo, originario di Taranto, viene contestato anche lo spaccio e un altro episodio estorsivo. Scarcerata la 20enne che era finita in manette con lui, per lei il gip ha disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Si è svolta questa mattina dinanzi al gip del Tribunale di Macerata Domenico Potetti l’udienza di convalida nei confronti del 42enne tarantino residente ad Alessandria ma che vive a Treia e della 20enne maceratese arrestati giovedì scorso per estorsione. I due erano stati bloccati dalla polizia nel piazzale Vittime del terrorismo dopo che un debitore del 42enne gli aveva consegnato mille euro. Difeso dall’avvocato Maria Cristina Ottavianoni, oggi il pugliese ha deciso di rispondere alle domande del giudice dando una propria versione dei fatti: «Mi hanno denunciato per cose non vere, non ho spacciato cocaina, avevo venduto dell’olio che non mi era stato pagato». L’uomo, che ha riferito di occuparsi della vendita di prodotti tipici, come olio e mozzarelle, ha dichiarato di aver venduto in passato a uno dei suoi accusatori dell’olio, ma di non essere stato pagato.

L’avvocato Maria Cristina Ottavianoni

Ben diversa la versione data dal debitore alla polizia: secondo la ricostruzione accusatoria infatti, in passato il 42enne aveva venduto plurime dosi di cocaina all’uomo maturando nei suoi confronti un credito di 4.000 euro. Il 23 settembre scorso, per convincerlo a saldare il debito, il 42enne lo aveva raggiunto e lo aveva preso a pugni e colpito con un’asta metallica, poi la vittima era stata caricata in macchina. In auto c’era la 20enne che gli avrebbe puntato un cacciavite su un fianco dicendogli: «Non ti conviene». Una settimana dopo l’incontro nel piazzale Vittime del terrorismo: all’appuntamento erano arrivati in tre, il 42enne, la 20enne e il debitore. Mentre i due uomini si erano fermati a parlare, la giovane si era temporaneamente allontanata, poi quando era tornata, accortasi della presenza della polizia, si era avvicinata al pugliese e a bassa voce lo aveva messo in guardia: «Sbirri». Ma il tarantino, nel frattempo, aveva già messo i soldi in tasca quando gli agenti della Squadra Mobile li avevano raggiunti e arrestati.

Il 42enne è accusato anche di spaccio di cocaina e di un altro episodio di estorsione commesso ai danni dell’amico di una cliente che gli doveva 1.400 euro. All’uomo aveva puntato una scacciacani al collo premendo così forte da fargli uscire il sangue. Oggi il gip ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere, per il giudice il 42enne è «uno spacciatore professionale di droga “pesante”, il quale non esita ad adottare sistemi brutali e violenti per la riscossione dei propri crediti», un «esattore spietato dei propri crediti criminosi». L’avvocato Ottavianoni ha preannunciato ricorso al Tribunale del Riesame contro la misura.

L’avvocato Massimiliano Cofanelli

Per quanto riguarda la posizione della giovane, invece, il giudice ha convalidato l’arresto ma ha disposto la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (dopo l’arresto era finita ai domiciliari). Difesa dall’avvocato Gabriele Cofanelli, questa mattina sostituito in aula da Massimiliano Cofanelli, la 20enne si è avvalsa della facoltà di non rispondere. In merito al suo apporto al reato il gip ha evidenziato che nonostante la sua giovanissima età «ha partecipato all’estorsione anche con minaccia all’incolumità fisica altrui, senza preoccuparsi di non lasciarsi coinvolgere in una condotta molto grave». La sua resta comunque una posizione secondaria rispetto a quella del 42enne. «È una vicenda tutta da chiarire rispetto alla posizione della giovane – ha commentato l’avvocato Massimiliano Cofanelli -, allo stato la scelta della misura è frutto di una valutazione di assoluto equilibrio da parte del Tribunale».

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